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«Medici sciacalli, ci mancava la milf esibizionista»: le altre chat dell’inchiesta Covid

06 Marzo 2023 - 06:50 Redazione
Le conversazioni tra Gallera e il numero uno di Confindustria Lombardia. Che poi gli chiede un farmaco per un parente

«Fanno schifo. Vogliono prendersi il governo della Regione. Non ce l’hanno fatta con la lapidazione di Formigoni e ci provano con il Coronavirus. Vergognosi sciacalli». L’ex assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera era piuttosto arrabbiato con l’Ordine dei Medici di Milano. E il 19 aprile 2020 ci andava giù piuttosto duro. La Repubblica riporta oggi la sua reazione alle critiche dei camici bianchi sulla gestione dell’emergenza in Lombardia. La chat con il portavoce di Fontana Paolo Sensale voleva rispondere proprio a loro: «Inaccettabile coinvolgerci per giustificarsi di accuse e ritardi». E puntava il dito anche contro una certa “Patrizia”: «Ci mancava la Milf esibizionista», scriveva all’epoca l’ormai ex assessore. Che criticava anche i carabinieri per aver chiesto i tamponi: «Se facciamo il test a loro poi dobbiamo farlo a tutti quelli che fanno servizi di pubblica utilità».

Il farmaco per il parente

La parola “Milf” è un acronimo tratto dal linguaggio gergale americano che di solito indica una donna matura ma sessualmente appetibile. La conversazione fa parte del fascicolo d’indagine della Guardia di Finanza sull’inchiesta Covid di Bergamo. Si tratta delle centinaia di messaggi acquisiti dai pm di Bergamo dai telefonini di 19 indagati. Il lato che riguarda gli amministratori lombardi racconta anche le pressioni degli industriali contro il lockdown. Il 7 marzo 2020 Marco Bonometti, all’epoca presidente di Confindustria Lombardia, scrive a Gallera: «Bravo, sei stato chiaro e determinato ma è veramente di difficile interpretazione». Parla del decreto contenimento virus. E ancora: «Ci siamo già mossi con Conte per modificare la mobilità delle merci». La risposta dell’assessore: «Adesso specifichiamo la libera circolazione delle merci e speriamo siano accolte». Bonometti è molto arrabbiato: «Parlato con Attilio cose da pazzi. Questi sono matti». E fa sapere: «Quando avete definito le modifiche o le interpretazioni informatemi che così facciamo anche noi le stesse considerazioni».

La paura di Conte

Ma il 18 marzo 2020 Bonometti chiede a Gallera un farmaco per un familiare ricoverato e contagiato: «Caro Giulio, mi servirebbe avere il farmaco della Roche che so vi hanno consegnato…”. Risposta di Gallera: «Certo adesso mi attivo…verifico subito!». Il Corriere della Sera invece riporta i timori dal lato della governo. Il 5 marzo 2020, quando sembra imminente la chiusura almeno dei territori di Nembro e Alzano, il ministro Speranza e Silvio Brusaferro si scrivono su WhatsApp. «Conte senza una relazione strutturata non chiude i due Comuni. Pensa che se non c’è una differenza con altri Comuni ha un costo enorme senza beneficio», diceva l’allora ministro della Salute. Brusaferro: «Vedo adesso di farti avere i dati. Avete anche il parere del Cts? O ti serve?». Il parere indicava la necessità di blindare la Val Seriana. E Speranza: «Sì. Parere (così letterale, ndr) lo ha spaventato perché dichiara possibilità di altri interventi. Lui dice che ci sono ormai molti Comuni in questa situazione. Quindi ha dubbi che serva. Mi ha chiesto una relazione compiuta». E Brusaferro ricorda: «Sì, lo aveva espresso anche ieri».

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