Liliana Segre e l’8 marzo: «Non vogliamo smettere di indignarci»

La senatrice a vita: solidarizziamo con le donne che subiscono violenza

«Temi come violenza di genere, femminicidio, violenza domestica anche, sono quasi diventati una parte normale del nostro vocabolario, qualcosa da condannare e combattere ma subìti quasi come inevitabili». Lo scrive la senatrice a vita Liliana Segre, in un intervento su Repubblica in occasione dell’8 marzo. Nel quale esorta invece a «non smettere di indignarsi, di denunciare, di solidarizzare con le donne che subiscono violenza, di pretendere dalle istituzioni impegno, determinazione nella prevenzione e nella repressione, impegno nella formazione e informazione». La senatrice a vita osserva che «non avremo mai un vero salto di qualità se non si afferma nel dibattito pubblico, nella coscienza civile, il riconoscimento dell’autonomia e del valore del punto di vista femminile, portatore di una sensibilità di genere senza la quale la nostra vita di relazione sarà sempre dimidiata, debole, a rischio». E fa riferimento alla guerra in Ucraina, dove come in tutte le guerre «le donne sono le prime vittime», e alle immagini della fuga da Kabul: «Sono cose che non si dimenticano, che non si devono dimenticare. Mai dimenticare, mai voltare la testa dall’altra parte. Questa lezione che ho tratto dal dramma della Shoah, credo debba sorreggere tutti, donne ed uomini, nel diuturno impegno per una vita migliore, dove la parità di genere sia non solo riequilibrio fra i sessi, ma impegno per una superiore qualità del nostro vivere civile».


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