Schlein, il primo discorso da segretaria Pd: «Basta liti interne, Bonaccini sia presidente. Con altre opposizioni terreni comuni»

Le parole del nuovo volto dei dem all’assemblea del partito: «Costruiamo un’alternativa alle destre che sono al governo, le peggiori d’Europa»

È stata accolta con un’ovazione del pubblico la proclamazione ufficiale di Elly Schlein a nuova segretaria del Partito Democratico. Al centro congressi La Nuvola di Roma si sta svolgendo la prima assemblea dei dem sotto la guida della nuova segretaria. Un evento a cui hanno partecipato oltre 700 delegati e tutti i big del partito. «È cambiato clima dopo le primarie. Molti si auguravano il nostro fallimento e invece siamo più forti di prima. Questa per noi sarà una nuova primavera», ha detto Schlein nel suo primo discorso ufficiale da segretaria del Pd. Poi la sfida rivolta al governo e a Giorgia Meloni: «Abbiamo bisogno di porre fine alle conflittualità interne che ci sottraggono energie preziose a costruire l’alternativa alle destre che governano questo Paese e che sono le peggiori d’Europa», ha detto Schlein dal palco. Perché questo accada, la nuova segretaria del Pd ha offerto la sua ricetta per il rilancio del partito: ripartire da quei territori e da quelle fasce sociali con cui i dem hanno perso sintonia. «La nostra risposta è chiara: vogliamo essere al fianco dell’Italia che fa più fatica. Affinché possa rialzare la testa, darsi strumenti di emancipazione e riscatto», ha aggiunto Schlein.


La sponda a M5s e Terzo Polo

La neo segretaria dei dem ha poi rivendicato i risultati degli ultimi giorni, che hanno portato a 10mila nuove tessere di partito solo nell’ultima settimana. Per portare avanti le proprie battaglie, però, Schlein lancia un segnale anche a Movimento 5 Stelle e Terzo Polo. «Dobbiamo cercare di dialogare con le altre forze di opposizione. Ci sono terreni comuni e abbiamo la responsabilità di esplorarli insieme», ha precisato la segretaria del Pd. Oltre a cercare la sponda degli altri partiti, Schlein ha anche aperto al dialogo e alla collaborazione con chi, all’interno del Pd, avrebbe preferito un altro segretario. «Da oggi, chi ha votato chi non conta più niente. Sarò la segretaria di tutte e tutti, questo è il mio impegno», ha scandito Schlein dal palco. «Sarò la segretaria anche di chi non mi ha sostenuta. E vi prometto che mi circonderò delle persone più competenti e non di quelle più fedeli», ha aggiunto. Da qui, dunque, la proposta – già anticipata nei giorni scorsi – di nominare il candidato sconfitto delle primarie, Stefano Bonaccini, come nuovo presidente di partito.


Le prossime battaglie

Schlein ha poi anticipato quali saranno le due priorità su cui il Pd, insieme a Terzo Polo e M5s, incalzerà il governo: la difesa della sanità pubblica e l’introduzione di un salario minimo. «Lo dico al governo da questo palco: faremo le barricate per difendere la sanità pubblica», ha scandito Schlein davanti ai delegati Pd. Tra le altre priorità della sua segreteria, poi, Schlein cita le politiche abitative per il diritto alla casa, il sostegno per la cura della salute mentale e la giustizia climatica. Sul fronte del lavoro, il nuovo volto dei dem promette un contrasto alla precarietà e allo sfruttamento seguendo l’esempio della Spagna, che – oltre ad approvare il salario minimo – ha messo un freno ai contratti a tempo determinato e agli stage. Una ricetta complessiva che Schlein riassume con tre parole: «Disuguaglianze, clima, lavoro».

La questione migranti

Il discorso di Schlein ha toccato poi la questione relativa al naufragio di Cutro, su cui la segretaria dem ha chiesto al governo «di chiarire e fare luce sulla dinamica dei fatti». Schlein ha criticato la scelta di Meloni di non omaggiare le vittime, lodando invece l’iniziativa presa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La destra, ha rimarcato la neo segretaria del Pd, «è debole con i forti e forte con i deboli». Secondo Schlein, i partiti al governo «non hanno il coraggio di dire ai loro alleati in Europa, come Orbán, che non si può volere i benefici dell’Ue se non se ne condividono le responsabilità. Vorrei sentirlo dire a Giorgia Meloni. Vorrei che facesse una battaglia per cambiare il regolamento di Dublino e che interrompesse la battaglia folle contro le Ong», ha aggiunto Schlein dal palco.

Foto di copertina: ANSA/FABIO CIMAGLIA

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