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Massimiliano Romeo (Lega): «I barconi dei profughi ce li manda Putin, intervenga la Nato»

13 Marzo 2023 - 07:02 Redazione
massimiliano romeo
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Il capogruppo del Carroccio in Senato: il governo cerca di evitare le morti

Il capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo dice che i barconi con i profughi nel Mar Mediterraneo li manda la Russia. E quindi che c’è bisogno di un intervento della Nato. Romeo parla in un’intervista a Libero. E nel colloquio con Fabio Rubini difende prima di tutto il governo Meloni: Hanno tirato in ballo Salvini e Giorgetti per via della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza. Vogliono far passare il concetto che la Lega sia disumana e indifferente alla morte degli immigrati tra cui tanti bambini. Questo è squallido, inaccettabile». L’obiettivo dell’esecutivo è quello di «disincentivare le partenze, riducendo così il numero dei morti, ma è evidente che da soli non ce la possiamo fare. Non dimentichiamo poi che anche solo rispetto a un paio di anni fa stiamo vivendo una situazione geopolitica diversa». Poi l’attacco a Putin: «Mi pare evidente che, ad esempio, la Russia possa avere l’interesse a destabilizzare quell’area geografica per moltiplicare i flussi migratori e mettere in difficoltà i Paesi europei che si sono schierati contro di lei nella guerra con l’Ucraina. Se tu blocchi l’invio di grano, aumenti l’inflazione e la disoccupazione, è ovvio che un popolo alla fame cercherà di scappare in Europa. Ma voi credete davvero che le guerre si combattano solo con le armi convenzionali? La Russia sta creando una vera e propria “bomba migratoria” per mettere in difficoltà l’Europa. Provate a pensare se a un certo punto dovesse incendiarsi la situazione politica nel Nord Africa. Sarebbe un disastro per l’Europa e soprattutto per l’Italia che è in prima linea nel Mediterraneo». Questo, però, non può essere un problema solo italiano o europeo: «È arrivato il momento di coinvolgere anche l’Alleanza Atlantica. Qui non c’è più tempo da perdere. Nel Mediterraneo passano gasdotti, elettrodotti, che possono diventare bersagli di guerra. Serve subito un piano che da un lato stabilizzi la situazione geopolitica in Africa e dall’altro presidi il Mediterraneo e blocchi le partenze».

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