C’è attesa sui mercati e nei governi per la nuova mossa sui tassi della Banca centrale europea, chiamata domani a una delicatissima riunione di politica monetaria. Mentre torna a farsi sempre più distinto lo scontro tra falchi e colombe – ossia tra chi vorrebbe una politica aggressiva di rialzi crescenti per tenere a bada l’inflazione e chi raccomanda cautela per non deprimere la crescita – i fatti degli ultimi giorni sui mercati rendono il dilemma sul tavolo dei governatori ancora più complesso. I decisori di politica monetaria europei – così come quelli americani della Fed – non possono infatti ignorare i fallimenti avvenuti a cavallo del fine settimana di alcune banche Usa. Specie una volta verificato che parte dei problemi che hanno inguaiato Silicon Valley Bank e gli altri istituti di fiducia del mondo tech aveva a che fare proprio con il rialzo sostenuto dei tassi d’interesse (della Fed, in questo caso): i titoli del Tesoro che avevano in pancia, infatti, si sono rivelati nel giro di pochi mesi ben meno redditizi del previsto al momento, resosi necessario, di vendere. Ora il caso Credit Suisse porta i timori dritto in Europa, proprio alla viglia dell’atteso Consiglio dei governatori della Bce.
Che fare, dunque? Mantenere l’ampiamente annunciato trend rialzista, con un nuovo (preannunciato) aumento di 50 punti base? Oppure seguire l’esempio della Fed e rivedere almeno in parte l’approccio, optando per un rialzo da 25 punti base? Secondo gli analisti di Bloomberg Economics, che riflettono i sentori dei mercati finanziari, l’istituto di Francoforte opterà per la seconda scelta: revisione in senso più moderato dunque del nuovo rialzo dei tassi. «Credit Suisse è troppo grande per fallire? Forse: certamente è troppo grande da ignorare», hanno scritto gli economisti David Powell, Maeva Cousin e Jamie Rush nella nota di accompagnamento della loro previsione. Dello stesso avviso sembrano essere i traders che scommettono sulle decisioni della Bce – e ciò nonostante la governatrice Christine Lagarde abbia indicato solo una manicata di settimane fa come “molto, molto probabile” un rialzo dei tassi di un altro mezzo punto. Ma la dura realtà degli effetti del nuovo trend sulle banche potrebbe dettare altri consigli. Domani a Francoforte, dopo un’ultima notte di riflessione, la prova del nove.
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