In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀ41 bisCarcereCosa nostraInchiesteLatitantiMatteo Messina DenaroSiciliaSuicidiTrapaniTumori

«Non morirò di tumore, mi ucciderò io». Il pizzino di Messina Denaro alla sorella Rosetta

20 Marzo 2023 - 08:50 Redazione
La sfida del boss al male che lo tormenta: il documento, ritrovato dai carabinieri del Ros e pubblicato da "Repubblica", è datato 10 maggio 2022

«Non morirò di tumore. Appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa». Il pizzino, rivelato oggi da Repubblica, risale al 10 maggio 2022 ed è scritto da Matteo Messina Denaro per la sorella Rosetta, arrestata lo scorso 3 marzo a Castelvetrano. Dopo essere sfuggito alla cattura delle forze dell’ordine per quasi trent’anni, il boss di Cosa Nostra aveva iniziato a pensare alla sua morte. Ma voleva essere lui a decidere quando e come andarsene. Il documento in cui Messina Denaro rivela i suoi piani è soltanto uno dei quasi mille pizzini ritrovati dai carabinieri del Ros tra l’appartamento di Campobello di Mazara e il casolare di campagna dove Rosetta andava di tanto in tanto. «Ho capito, anche se già lo sapevo, che ho una forza di volontà stupefacente, invidiabile. Non cammino col fisico, cammino con la forza di volontà. Io mi fermerò appena morirò, non prima», scrive il boss di Cosa Nostra nello stesso pizzino del 10 maggio scorso. Ed è anche per quelle dichiarazioni, scrive Repubblica, che Messina Denaro viene sorvegliato giorno e notte all’interno del carcere dell’Aquila. Proprio per evitare che, approfittando dell’assenza di guardie, possa provare a togliersi la vita.

La malattia

Dai pizzini ritrovati a casa della sorella Rosetta sembra che il superboss siciliano stesse pianificando un’uscita di scena plateale, al pari di quella del padre Francesco, stroncato, forse da un infarto, il 1° dicembre 1998. Quel giorno, la polizia lo trovò disteso a terra, nelle campagne di Mazara del Vallo, con le mani giunte e un abito elegante, con tanto di cravatta. «Con la morte ho un rapporto particolare», scriveva anni fa Messina Denaro all’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino, noto per aver intrattenuto una corrispondenza coperta dai servizi segreti proprio con il boss latitante. «Da ragazzo la sfidavo con leggerezza da incosciente, da uomo maturo la prendo a calci in testa perché non la temo», aggiungeva Messina Denaro. Il decorso della malattia, però, sembra aver guastato i suoi piani. Il 13 novembre 2020 Messina Denaro si è dovuto sottoporre a un intervento chirurgico e iniziare un ciclo di chemioterapia. Poi, a metà del 2021, una seconda operazione. Un andirivieni dall’ospedale che lo ha costretto a uscire allo scoperto e abbassare la guardia, fino al fatidico giorno dell’arresto del 16 gennaio.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti