Maternità surrogata, la ministra Roccella in Senato: «Nessuna discriminazione nei confronti dei bambini»

La ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità ha risposto all’interrogazione presentata in Aula da Maurizio Gasparri

«È importante ribadire che non c’è nessuna discriminazione nei confronti dei bambini, discriminazione che sarebbe inaccettabile». Così la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella rispondendo all’interrogazione in Senato sulla maternità surrogata presentata da Maurizio Gasparri. Quello della GPA è uno dei temi più accesi del dibattito politico delle ultime settimane. «Non sono in discussione i diritti dei bambini in Italia», ha continuato la ministra, «anche se nati all’estero con pratiche che sono reato nel nostro paese, come ad esempio la maternità surrogata o utero in affitto, vietata dalla Legge 19 febbraio 2004, n. 40, attualmente vigente», ha chiarito Roccella. «Ricordiamo infatti che nel caso di un atto di nascita prodotto all’estero, in cui risultano come genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico». E ancora: «Una volta riconosciuto il genitore biologicamente legato a sé, il piccolo potrà godere immediatamente di tutti i diritti, dall’assistenza sanitaria all’istruzione, come già accade, ad esempio, ai bambini non riconosciuti dal padre e cresciuti da madri cosiddette single». La ministra ha ribadito la posizione di condanna della pratica dell’utero in affitto, «stabilita dalla legge 40, e ribadita più volte da diverse sentenze della Corte Costituzionale».


Roccella ricorda anche che la Corte di Cassazione, il 30 dicembre 2022, in Sezioni Unite, con la sentenza n.38162, «ha affermato con chiarezza che tale pratica offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un’inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale». Pochi giorni fa era stata la stessa ministra ha chiarire la posizione del governo: «L’utero in affitto è un mercato dei bambini». Da tempo Fratelli d’Italia ha chiesto di mettere all’ordine del giorno delle Camere la discussione della proposta di legge a prima firma di Maria Carolina Varchi che prevede che la gestazione per altri diventi un reato universale. La pratica è tuttora non consentita in Italia ma da negli ultimi giorni è tornata al centro del dibattito pubblico dopo la bocciatura del regolamento europeo per il riconoscimento dei certificati di filiazione esteri. Lo scorso 21 marzo la commissione Giustizia della Camera ha deciso di calendarizzare le proposte di legge del centrodestra, unendo quella di Lega e Forza Italia con il testo della deputata Carolina Varchi di Fratelli d’Italia. L’obiettivo è quello di rendere il reato di surrogazione di maternità universale, dando incarico alla giustizia italiana di perseguire tutti i genitori che hanno fatto ricorso alla pratica all’estero.


«Riconoscimento di filiazione non è nell’interesse del minore»

Durante il Question Time al Senato la ministra alla Famiglia ha poi parlato di «aspirazione ad avere un figlio a tutti i costi», facendo appello ancora alla stessa sentenza della Cassazione «che ha indicato che l’automatismo del riconoscimento del rapporto di filiazione con il genitore di intenzione sulla base del contratto di maternità surrogata e degli atti di autorità straniere che riconoscono la filiazione risultante dal contratto, non è funzionale alla realizzazione del miglior interesse del minore». E ancora: «La Corte ha quindi escluso ogni automatismo nella trascrizione degli atti di nascita prodotti all’estero a seguito di procedure di utero in affitto, sottolineando come la trascrizione automatica non sia in funzione dei diritti del minore, ma di quelli dell’adulto».

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