Riconoscimento dei figli delle coppie gay, la ministra Roccella: «Non è competenza dei sindaci. È una pressione politica»

Gualtieri lancia un appello al Parlamento: «Roma farà la sua parte, ma non basta. Serve una legge chiara»

«È evidente che non possono essere i sindaci, non hanno proprio le competenze». Così la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella, commenta a Porta a Porta la questione del riconoscimento e della registrazione dei figli delle coppie di genitori dello stesso sesso. «Non è possibile che l’iscrizione all’anagrafe abbia poi la piena valenza del riconoscimento di uno Stato. È chiaramente una forma di pressione politica, più che altro», aggiunge dopo che il Comune di Milano si è trovato costretto a interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali. In serata poi, in commissione Politiche Ue al Senato, il parere negativo a un regolamento europeo che punta a introdurre una sorta di patente europea di genitore, con la conseguente estensione dei diritti del figlio in tutta l’Unione.


L’appello di Gualtieri ai sindaci e al Parlamento

Sul tema interviene anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che trova «preoccupanti» le notizie da Milano e dal Senato. «Stiamo parlando di famiglie che vivono quotidianamente nelle nostre città e soprattutto di bambini e bambine in carne ed ossa verso i quali abbiamo la responsabilità di garantire continuità affettiva, serenità e presa di responsabilità da parte di entrambi i genitori», premette il primo cittadino. E spiega che il riconoscimento nei moduli di iscrizione ai nidi comunali di Roma Capitale di due mamme e due papà va in questa direzione. «È la direzione giusta e Roma farà la sua parte, ma non basta», commenta facendo poi appello all’urgenza e alla necessità di una legge nazionale chiara. Si unisce così ai sindaci Giuseppe Sala, Matteo Lepore e Stefano Lorusso «per chiedere al Parlamento di assumersi al più presto la responsabilità di garantire il riconoscimento di pieni diritti per tutti i minori che vivono nel nostro Paese, compresi quelli delle famiglie arcobaleno». All’appello di Gualtieri si stringono i deputati del Pd. A partire da Piero De Luca che parla di «voto vergognoso di una destra retrograda sui diritti». E riferisce che stanno «lavorando alla calendarizzazione alla Camera per il parere sul provvedimento che finora la maggioranza ha provato a evitare nelle commissioni competenti».


Leggi anche: