Il prefetto di Milano al sindaco Sala: «Stop ai riconoscimenti alla nascita dei figli delle coppie lgbt»

A metà luglio il primo cittadino del capoluogo lombardo aveva ricominciato a rilasciare certificati anagrafici ai bambini con genitori dello stesso sesso

Stop al riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche. È la richiesta fatta dal prefetto di Milano, Renato Saccone, su impulso del ministero dell’Interno, al sindaco Beppe Sala, avvertendo anche – scrive il Corriere della Sera – che in caso continuino «dovrà essere richiesto l’intervento della Procura per annullarle». L’interruzione del riconoscimento, relativa ai nuovi atti di nascita, recepisce la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezione Unite del dicembre scorso. In quell’occasione, i giudici – spiega il quotidiano – avevano stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata «dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione all’anagrafe». A partire dallo scorso luglio il primo cittadino di Milano aveva ricominciato a rilasciare i certificati anagrafici con due madri, intervenendo di fatto in prima persona sulla questione a causa del vuoto normativo sulle famiglie gay e lesbiche lasciato da parlamento e governo. Ma a metà gennaio, sulla questione era intervenuto il Viminale che – tramite una circolare indirizzata ai prefetti – aveva ribadito lo stop della Cassazione alle trascrizioni dei certificati dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata, sollecitandoli inoltre a fare comunicazione ai sindaci.


Tuttavia, la documentazione del prefetto del capoluogo lombardo non si limita solo a reperire la sentenza della Cassazione relativa alla maternità surrogata, bensì sollecita a interrompere i riconoscimenti dei figli di due madri nati in Italia, riservandosi di dare indicazioni su quelli nati all’estero da due donne. «È stato effettuato, da parte di questa Prefettura, un approfondimento relativo alle iscrizioni e alle trascrizioni degli atti di nascita, riportanti dati di genitori dello stesso sesso», si legge nella circolare della Prefettura, ripresa da Corriere della Sera. La circolare spiega che solo «il genitore che abbia un legame biologico con il nato» può essere menzionato nell’atto di nascita. La prefettura non consente, inoltre, la «trascrizione di atti di nascita formati all’estero» se riconducibili alla pratica della maternità surrogata, «attestanti – si legge – il riconoscimento di filiazione nei confronti del genitore d’intenzione, privo di legame biologico col minore». Ma non solo: l’impedimento alla menzione del genitore non biologico nell’atto di nascita «vale anche per i bambini nati all’estero da coppie lesbiche, ma «in ragione dell’assenza di indicazioni normative, su tale specifica fattispecie, l’Amministrazione ha richiesto un parere all’Avvocatura Generale dello Stato, le cui valutazioni saranno rese note alle SS. LL., una volta portate a conoscenza di questa Prefettura».


Foto copertina: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI | Il sindaco di Milano, Beppe Sala e il prefetto del capoluogo lombardo, Renato Saccone

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