Le dichiarazioni anti-Lgbt dei politici hanno reso il 2022 «l’anno peggiore» per la comunità arcobaleno – Il report

Un rapporto di “Ilga Europe” evidenzia come a pagare il prezzo più alto sono le persone transgender. Ecco perché

«Il 2022 è stato il peggiore degli ultimi dieci anni per la comunità Lgbtqia+». L’anno passato è segnalato come pericoloso per la comunità arcobaleno, che è sempre più in allerta. È questa la conclusione del recente report annuale di Ilga Europe per la Commissione Affari social del Parlamento europeo, ripreso anche da l’Espresso. Nell’analisi viene messo in evidenza come si tratti di un timore frutto di un’incitamento all’odio che non si registrava da tempo. Nello specifico in Italia, a contribuire al clima di tensione ci sono anche le frasi pronunciate dai politici, spesso prese con leggerezza dagli stessi, e che sono invece entrate nel mirino dei ricercatori europei. Dal caso Peppa Pig, dove Federico Mollicone di Fratelli d’Italia chiese di censurare una puntata del noto cartone animato in cui compariva una coppia di due mamme, agli attacchi continui in molti interventi parlamentari contro la presunta «teoria del gender». Dichiarazioni che, stando al report Ilga, aumentano la legittimità delle frasi discriminatorie nei confronti della comunità arcobaleno. Nulla di più attuale, se si pensa alle recenti affermazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa, che in un’intervista a Belve di Francesca Fagnani ha definito un «dispiacere» l’eventualità di avere un figlio gay.


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Le responsabilità del governo Meloni

Il rapporto analizza tutti i Paesi europei e, per quanto riguarda l’Italia, si concentra nei giorni successivi alle elezioni di settembre che hanno portato alla nomina di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio. «Il governo più a destra dalla Seconda guerra mondiale – si legge nel rapporto – Meloni è conosciuta per la sua visione dichiaratamente anti-Lgbt e per le sue frasi chiave “Lgbt lobby” e “ideologia gender”, e ha sostenuto l’abolizione dell’educazione sessuale nelle scuole e dei libri inclusivi per i bambini». E su Fratelli d’Italia viene ricordata la dura opposizione alla legge Zan «che avrebbe protetto le persone Lgbt dai crimini d’odio». Oltre a Mollicone, viene citato nel rapporto Ilga anche il capogruppo al Senato di FdI, Lucio Malan, quando disse durante la trasmissione Un Giorno da Pecora che sull’omosessualità «nella Bibbia c’è scritto di peggio e anche in modo più esplicito: l’omosessualità è un abominio».

Chi paga il prezzo più alto? Le persone trans

Nello studio non manca anche l’associazione Pro Vita, recentemente tornata alle cronache per aver fatto un esposto contro il twerking di Rosa Chemical a Fedez alla finale di Sanremo 2023. E viene messo in evidenza proprio come durante il Festival hanno deciso di noleggiare alcuni camion-vela con la scritta «Basta ideologia gender e propaganda Lgbt sul servizio pubblico: aboliamo il canone Rai». Ma non solo parole d’odio. Anche fatti. Si sottolineano infatti molti casi di cronaca in cui persone appartenenti alla comunità arcobaleno sono state vittime di efferati reati. Da donne e uomini transgender uccisi brutalmente, giovani vittime di bullismo, sedi di associazioni vandalizzate a simboli arcobaleno distrutti. E chi paga il prezzo più alto è proprio la categoria delle persone transgender: «Allontanate dai posti di lavoro, disumanizzate dai media e raccontate senza la loro voce».

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