Vigilanza Rai, Conte ha ceduto: scartato Ricciardi, è quasi fatta per Floridia. A Renzi non riesce la mossa Boschi

Si sta delineando lo scenario che porterebbe Patuanelli, dopo quattro anni, a guidare nuovamente il gruppo M5s a Palazzo Madama

L’accordo definitivo non c’è ancora. Però, un paio di certezze si sono consolidate, nelle ultime ore, sulla partita per la presidenza della commissione di vigilanza Rai. Ruolo che spetta alla minoranza e che, in virtù della designazione del Dem Lorenzo Guerini alla guida del Copasir, restano a contenderselo M5s e Terzo polo. Con i grillini che vantano una sorta di prelazione perché sono seconda forza di opposizione. Tornando alle certezze, a Giuseppe Conte era stato chiesto di fare un passo indietro sulla candidatura di Riccardo Ricciardi: troppo divisivo, «impresentabile» per qualcuno del centrodestra. Bene, il presidente del Movimento ha ceduto, non sarà Ricciardi a ereditare l’incarico che, nella passata legislatura, fu del forzista Alberto Barachini. La seconda evidenza è che a Matteo Renzi, questa volta, non è riuscita la mossa del cavallo. Per la vigilanza Rai aveva puntato tutto, già da inizio legislatura, su Maria Elena Boschi. A Open risulta che sia il leader di Italia Viva sia la sua fedelissima, in questi giorni, hanno intessuto una rete di telefonate e incontri con molti membri della commissione, per portare a termine l’operazione. Non sono riusciti a fare breccia nel centrodestra, nonostante Renzi sembrasse vantare un credito nei confronti di Ignazio La Russa, per la sua elezione a presidente del Senato.


Dopo le certezze, si passa alle ipotesi. La più probabile è che il ruolo vada alla senatrice Barbara Floridia. La maggioranza di centrodestra ha apprezzato il dietrofront di Conte su Ricciardi e ha incominciato a far pervenire segnali di assenso sull’attuale capogruppo al Senato. D’altronde, all’ex presidente del Consiglio era stato riferito esplicitamente: «Cambia nome ed è fatta». Floridia è membro della commissione di vigilanza. Non lo è l’altro nome sondato in questi giorni dal Movimento: Stefano Patuanelli, che comunque sarebbe potuto rientrarvi con una sostituzione. In realtà, in diverse conversazioni tenute nel cortile di Palazzo Madama, il senatore grillino ed ex ministro è stato sempre netto: «È impossibile», «non mi interessa», in riferimento alla presidenza della vigilanza Rai. Non ha mai fatto una flessione alle lusinghe.


Anche a inizio legislatura Patuanelli era stato interessato per diversi incarichi, tutti declinati, perché – dicevano persone a lui vicine – voleva dedicarsi a «fare politica per il partito». Nello schema che si configura, se Floridia venisse eletta presidente, lascerebbe la casella di capogruppo al Senato. Ruolo che sarebbe affidato, dopo quattro anni dall’ultima volta, proprio a Patuanelli, presidente del gruppo 5 stelle a Palazzo Madama durante il governo gialloverde. Sembra fatta, dunque, e a dirlo sono sia fonti grilline che fonti del centrodestra. Chi fa più fatica a demordere è proprio il Terzo polo. Pare che il gruppo stia valutando un’alternativa a Boschi. Le malelingue dicono che su di lei e l’inner circle renziano ci sia il veto del centrodestra per la vicinanza al manager Lucio Presta, molto influente anche in Rai. E allora, l’ultima carta che potrebbe essere proposta come alternativa a una presidenza grillina, sembra quella di Mariastella Gelmini.

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