Come sta Jerry Calà dopo l’infarto: «Adesso mi riposerò andando a vedere i cantieri. Ringrazio Napoli per avermi salvato la vita»

L’attore svela il titolo del suo ultimo film. E risponde anche ai No vax

L’attore Jerry Calà è stato colpito una settimana fa da un infarto mentre lavorava al suo film a Napoli. L’ospedale l’ha dimesso e adesso sta «bene. Mercoledì è venuto a prendermi mio figlio da Verona, abbiamo preso il treno e la sera a cena eravamo a casa. Ho superato questo piccolo incubo. Beh, insomma, neanche tanto piccolo». Nell’intervista rilasciata a Barbara Visentin per il Corriere della Sera l’ex Gatto di vicolo Miracoli dice che ha avuto molta paura: «La prima sensazione è quella di un’indigestione e con questo ragionamento stavo perdendo un po’ di tempo. Ero da solo in hotel. Avevo cenato in camera e ho iniziato a sentire un dolore al petto abbastanza forte. Siccome venivo da una settimana di riprese in esterni in Molise dove abbiamo preso un sacco di freddo mi son detto “sarà quello. O il cibo”. Poi questo dolore si è fatto più forte ed è stato accompagnato da sudori freddi pazzeschi. Quindi ho chiamato il 118: in pochissimo tempo sono arrivati in camera».


La libidine

Chi lo ha soccorso è stato bravissimo: «Ringrazierò sempre Napoli e la sanità di Napoli perché mi hanno salvato la vita». E conferma la storia che gli avrebbero chiesto di dire “libidine” durante l’intervento: «Erano tutti miei fan, dottori abbastanza giovani in quell’età in cui mi dicono “siamo cresciuti con i tuoi film”. Quindi erano anche un po’ emozionati e mi dicevano di non fare scherzi. Poi, quando ormai la cosa era risolta e mi sentivo più tranquillo, qualche battutina la concedevo e li facevo anche sorridere. Mi sono rilassato perché sentivo di essere nelle mani di gente che sapeva quel che faceva». Calà però dice che non ha pensato che poteva morire: «Sentivo questo dolore, ma sempre con lucidità. Ho temuto piuttosto interventi complicati, magari a cuore aperto. Chiedevo ai medici “ma adesso mi aprite?” e loro ridevano e mi spiegavano passo passo che mi stavano mettendo una sonda attraverso una mano. Poi magicamente il dolore pressante è sparito e così li ho fatti ridere ancora di più, ho esclamato: “Vi dico quel che volete, libidine, doppia libidine, vi dico tutto”».


I No vax

Infine, dice che gli attacchi dei No vax non lo hanno fatto arrabbiare: «Sono talmente stupidi che mi hanno scritto “ecco, hai visto?” riprendendo le foto di quando ho fatto il vaccino. E questi sono i più gentili, c’era anche chi mi augurava la morte, ma poi a un certo punto, come ho scritto, questi commenti osceni non li ho proprio più letti». Adesso però non ha intenzione di tornare subito al lavoro: «No no. Sono le cose che si dicono sotto l’effetto degli oppiacei che ti danno in ospedale. Adesso starò tranquillo sul divano per minimo 30 o 40 giorni, farò qualche passeggiata a vedere i cantieri, starò in famiglia. Certo senza perdere i contatti per il film». Il suo nuovo film si chiama “Chi ha rapito Jerry Calà?”: «È un’idea stramba e auto-ironica, in cui un gruppo di miei fan in ambasce economiche mi rapisce pensando che ci sarà subito un riscatto. Invece tutti i miei amici a cui telefonano dicono “tenetevelo”».

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