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Le sigarette a 10 centesimi e il messaggio pro-Cospito: cosa sappiamo dell’attacco hacker ai distributori di tabacco, all’Atac e ai siti dei ministeri

26 Marzo 2023 - 12:54 Antonio Di Noto
I pirati informatici non sono riusciti a fare breccia nei siti ministeriali, mentre quello del gestore dei trasporti della capitale ha presentato dei rallentamenti

Diversi attacchi hacker sono stati scagliati contro il sito internet del Commissariato online della Polizia e quelli del ministero dei Trasporti e del Mef. La matrice non è chiara ma sembra che i pirati informatici non siano riusciti a fare breccia nei portali. Non è andata altrettanto bene all’Atac, il gestore dei trasporti di Roma, che invece sta riscontrando problemi. La polizia postale fa sapere che si tratta di attacchi di tipo DDos. Usati dagli hacker per impedire l’accesso alla rete o alle risorse di computer e server da parte degli utenti. L’Atac, da suo canto, rende noto che le linee del trasporto pubblico non hanno mai smesso di funzionare regolarmente. Mentre il sito ha subito alcuni «rallentamenti e limitazioni di funzionalità. Che sono stati mitigati dalle contromisure adottate nei giorni scorsi dopo l’attacco scagliato la scorsa settimana» e mercoledì scorso.

L’attacco ai distributori di tabacco e le sigarette a 10 centesimi

Intanto, proseguono senza sosta le indagini per fare chiarezza sull’attacco hacker che ieri, 25 marzo, in tarda serata ha colpito e sabotato numerosi distributori automatici di tabacco lanciando un messaggio di solidarietà per l’anarchico Cospito – «Fuori Alfredo dal 41bis» – e in alcuni casi impostando il prezzo delle sigarette e del tabacco a 10 centesimi. A indagare è la Polizia postale assieme alla società mantovana Laser Video, che dalla propria sede di Suzzara produce e commercializza la gran parte dei distributori automatici presi di mira dai pirati informatici. Nel corso della notte, molti tabaccai, allertati dalla federazione nazionale di categoria, sono stati costretti a disattivare le macchinette a causa dei danni subiti per mano di migliaia di persone che si sono affrettate ad acquistare prodotti da fumo prima che il prezzo tornasse a salire. Non senza rischi, però, dato che potrebbero incorrere in denunce e essere possibilmente identificati dai video delle telecamere che spesso sono di serie nei distributori.

La falla nel sistema di verifica dell’età

«Chiudere il 41 bis: liberi tutti, liberi tutte», era l’altro messaggio a favore del terrorista anarchico in sciopero della fame da quasi cinque mesi contro il carcere duro. La scritta, spesso accompagnata da una grafica che mostrava una figura in rosso alzare il pugno sinistro davanti a dei grigi poliziotti, appariva prima di entrare nel selettore prodotti. Tutti venivano esposti all’incredibile prezzo di 10 centesimi. A dare per primo l’allarme è stato un tabaccaio del Leccese. Seguito da molti casi in Provincia di Napoli e in tutta la Campania, nel Bresciano, in provincia di Pescara e in tutta la penisola. Al momento pare che a essere stata sfruttata sia stata una falla del sistema di riconoscimento della tessera sanitaria, necessaria per verificare la maggiore età degli acquirenti. Per farlo è necessario connettersi alla rete Internet, ma a quanto pare i sistemi di sicurezza del software non erano abbastanza solidi.

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