Non arriverà prima di lunedì la decisione dei giudici della Sorveglianza di Milano sulla concessione dei domiciliari per Alfredo Cospito, chiesta dai suoi legali per ragioni di salute. Nell’udienza di questa mattina all’ospedale San Paolo di Milano, l’anarchico ha detto che sarebbe «disposto a recedere dallo sciopero della fame purché il tribunale di Sorveglianza liberasse altri detenuti attualmente sottoposti al 41 bis, persone anziane o malate che vogliono soltanto tornare a casa dopo 30 anni di 41 bis», secondo quanto ha riferito il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, secondo il qualche Cospito potrebbe sospendere lo sciopero della fame anche se otterrà i domiciliari. Sull’istanza di differimento della pena, la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice hanno dato parere negativo. Contrari alla concessione dei domiciliari per Cospito anche la procura generale di Torino e la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, come riferisce l’avvocato Rossi Albertini secondo il quale c’è un «coro di opposizioni» che dimostra una «incapacità di comprendere che questa situazione deve essere risolta, anche dopo gli articoli su Al Jazeera che mettono alla berlina l’Italia per le condizioni a cui sottopone l’anarchico ed è possibile che debba intervenire allora un’autorità internazionale per dire che Italia sta violando i diritti umani, è questa – ha aggiunto l’avvocato di Cospito – l’assurdità della vicenda». Rossi Albertini spiega poi che la crisi cardiaca avuta dal detenuto nei giorni scorsi «è stata minimizzata da parte della direzione sanitaria del reparto dicendo che era un errore del tracciato della macchina, salvo che l’errore è avvenuto quando Cospito ha avuto la sintomatologia riconducibile a un infarto, un dolore al petto e al braccio, episodio che mostra effettivamente il pericolo, come affermano sempre i medici».
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