Salt Bae ci riprova a conquistare il pubblico con un hamburger “popolare”. Ma tutti lo inchiodano ancora a quel conto stellare esibito ad Abu Dhabi – Il video

Nusret Gökçe, in arte Salt Bae, il macellaio turco proprietario di una catena di 22 steak house di lusso in 7 paesi del mondo, ci riprova a conquistare il pubblico social alle origini delle sue fortune dopo la brutta caduta di stile avuta a novembre scorso quando pubblicò il conto da 161 mila euro a un tavolo del suo ristorante di Abu Dhabi commentando: «la qualità non è mai cara». Un conto dove erano elencate bistecche coperte da oro alimentare che costavano 2.370 euro l’una e cinque bottiglie di vino Petrus pagate 86 mila euro. Conto su cui ha ironizzato recentemente il comico e regista Leonardo Pieraccioni in un video diventato virale dove proponeva di mettere mezza braciola dorata nella doggy bag all’uscita del ristorante per regalarla alla nipotina per il battesimo al posto della classica collanina d’oro. Allora perfino i suoi fan storici si rivoltarono davanti a quel post, che ostentava ricchezza in modo inutile e sgradevole. Ne nacque una sorta di campagna social per boicottare i suoi ristoranti.


Nusret provò a ribaltare il disastro fatto cercando nuova popolarità e simpatia. E fece il secondo clamoroso errore. Apparve allo stadio della finale dei mondiali di calcio in Qatar scendendo alla fine in campo insieme alla trionfante nazionale argentina, cui sottrasse la Coppa del Mondo appena vinta per alzarla a favore di telecamere in un video dedicato ai suoi fan. Non gradì nessuno e la Fifa lo mise sotto inchiesta per capire come era potuto scendere in campo e violare tutte le regole. L’operazione di marketing fu un disastro, come oramai sta accadendo da qualche mese dopo anni di boom e popolarità.


Un conto “normale” al ristorante di Salt Bae a Mykonos (unico con prezzi in euro)

Non è stata un successo nemmeno la recente campagna di solidarietà che Nusret ha lanciato per aiutare la sua Turchia devastata dal terremoto. Gli hanno dato una mano postando video che chiamavano alla raccolta fondi i suoi amici vip conosciuti nei ristoranti: da Andrea Bocelli a Roberto Mancini, da Al Pacino al calciatore Luka Modric, fino a tante altre star della musica, del cinema e del calcio. Con la sua catena di ristoranti ha assicurato la cucina gratuita di 5 mila pasti al giorno nei campi terremotati, e l’azienda da lui fondata ha annunciato un versamento di 1,2 milioni di dollari in favore dei terremotati. Ma nessuno si è commosso per questo: in fondo un signore che da un tavolo qualsiasi di uno dei suoi 22 ristoranti poteva incassare in una sola sera 161 mila euro e percepiva dividendi da decine di milioni di dollari l’anno non aveva fatto questo gran sforzo.

Il menu burger del ristorante

Chi è Salt Bae

Nusret che è nato il 9 agosto 1983 ad Erzurum nella Turchia orientale in una famiglia poverissima che non riusciva a pagargli la scuola, ha iniziato come apprendista macellaio a Istanbul e si è fatto letteralmente da solo. Fino a quel maledetto conto appariva come il protagonista di una favola che faceva sognare milioni di persone. Dopo gli errori dello scorso autunno sta provando a cambiare strategia di marketing. Ora ha appena postato un video alla sua maniera (molto scenografico) per promuovere uno dei piatti meno cari che ha in menù: l’hamburger. Costa 60 euro quello base, ed è una enormità anche se nei suoi locali un piatto di spaghetti è in menù a 100 euro nel solo ristorante europeo finora aperto (a Mykonos, in Grecia). Risultato: sotto il suo video fioccano post sarcastici sulla sua idea che quello sia un “piatto povero” e lo infilzano in ogni modo prendendolo in giro con post come “Un giorno venderò tutte le mie proprietà per il tuo succoso hamburger”. La favola e la caduta da cui Nusret sembra faticare a rialzarsi: sembra la storia perfetta da inserire in un manuale di marketing per qualsiasi università del mondo.

La campagna di Salt Bae per le popolazioni turche colpite dal terremoto

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