Secondigliano, agente di polizia penitenziaria si suicida dopo il turno notturno: aveva due figli

La denuncia del sindacato UilPa: «Insufficienti le iniziative di contrasto al fenomeno»

Un agente di polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano, a Napoli, si è suicidato sparandosi con l’arma di ordinanza. «Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel Corpo di polizia penitenziaria è un fenomeno che necessita di essere investigato compiutamente e affrontato concretamente», ha dichiarato il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria UilPa, Gennaro De Fazio, annunciando la morte dell’agente 43enne, originario di Aversa, «non rimane che stringerci attorno al dolore dei congiunti del collega tragicamente scomparso, che lascia la moglie e due figli in tenera età». «Non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo necessari e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano», denuncia De Fazio, «ciò si può realizzare, in primis, umanizzando le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali». Nel 2022 sono stati 84 i detenuti a suicidarsi in carcere, e 5 gli agenti – ricorda nel comunicato UilPa – e già in questi primi mesi del 2023 si sono tolti la vita altri 11 detenuti. «Non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause», sottolinea De Fazio, «siamo tuttavia convinti che il servizio espletato e la violenza delle esperienze spesso vissute e subite siano fra esse».


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