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Covid, il rapporto del Parlamento Ue sulla pandemia in Italia: «Perché il Veneto era più organizzato di Bergamo»

luca zaia no vax francesca donato
luca zaia no vax francesca donato
Secondo i commissari del Parlamento Ue, la misura del lockdown è stata quella più efficiente per contrastare la pandemia nella prima fase di grande incertezza

Un rapporto della commissione Covid del Parlamento europeo promuove il modello seguito dal Veneto per affrontare la pandemia nella sua fase iniziale e boccia quello lombardo. E a proposito della misura del lockdown, la commissione mette in chiaro come «la rapida introduzione di un lockdown è stata la misura più efficiente per fermare la diffusione del virus in una fase iniziale in cui non esistevano protocolli medici ben sviluppati». Alla luce di quella fase di grande incertezza, secondo i commissari del Parlamento Ue è stato il Veneto di Luca Zaia ad affrontare al meglio la pandemia, soprattutto grazie al suo sistema organizzativo: «Il confronto tra il modello veneto basato sui medici di base e quello bergamasco, basato invece sule prestazioni ospedaliere» ha dimostrato secondo la commissione come quello veneto «ha svolto un ruolo primario e fondamentale nella gestione della pandemia, in quanto ha garantito un accesso urgente all’assistenza, ma ha evitato la saturazione degli ospedali».

Il rapporto è stato scritto dopo che la commissione ha ascoltato gli interventi degli eurodeputati della Lombardia e Veneto, oltre che il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il governatore lombardo Attilio Fontana e il sindaco di Padova, Sergio Giordani. «La Regione Veneto e quella della Lombardia in Italia sono state le prime in Europa a essere gravemente colpite dalla pandemia di Covid-19 – spiega il rapporto – l’esperienza di quelle regioni è stata un utile esempio per il resto d’Europa su come gestire meglio la pandemia. Sulla base dell’esperienza di quelle regioni italiane si possono trarre diversi importanti insegnamenti». Una delle lezioni è quella sui modelli più efficienti, a cominciare da quello veneto «basato su servizio territoriale e centri medici territoriali maggiormente accessibili ai pazienti durante la pandemia». A differenza di quello bergamasco «basato su trattamento dei pazienti prevalentemente in ambito ospedalieri».

Nel confronto, la commissione ribadisce come «il servizio dei medici di base ha svolto un ruolo importante nella gestione della pandemia. Anche il più avanzanzato sistema sanitario ospedaliero non può da solo far fronte a una pandemia di questa portata». A portare ulteriore valore aggiunto alla gestione veneta è stato poi avere un «centro di comando unico e centralizzato, a livello regionale, per le emergenze importanti e una comunicazione efficace tra operatori è stato un elemento fondamentale per la gestione della pandemia nelle fasi iniziali».

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