Terremoto in Molise di magnitudo 4.6, epicentro a Montagano (Campobasso): avvertito in Campania, Puglia, Abruzzo e Lazio

Nei giorni scorsi varie sequenze sismiche. Scuole chiuse e gente in strada. Il territorio a rischio

Una forte scossa di terremoto è stata avvertita in diverse località in Molise e in Abruzzo alle 23:53 del 28 marzo 2023. La magnitudo è stata di 4.6 con epicentro a due chilometri da Montagano in provincia di Campobasso. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) il sisma ha avuto ipocentro a 23 km di profondità. Oltre che nel Molise la scossa è stata chiaramente avvertita anche in Campania, Puglia, Abruzzo e Lazio. La gente è scesa in strada a Campobasso, dove si segnala l’aumento del traffico locale e alcune persone con la valigia in mano. Nei comuni qualcuno ha segnalato crepe sui muri delle abitazioni. I vigili del fuoco fanno sapere che nessuna richiesta di soccorso è arrivata al centro operativo dopo la scossa.


Le sequenze sismiche dei giorni scorsi

La scossa è stata chiaramente avvertita in tutta la confinante provincia di Benevento. Numerose le segnalazioni da vari comuni del Sannio. Paura tra la gente, ma al momento nessuna notizia di danni. La scossa è stata percepita anche nel resto della Campania: pure a Napoli, in modo più distinto ai piani alti dei palazzi. Da alcuni giorni nella regione sono state avvertite dalla popolazione scosse di terremoto di lieve entità, ma ravvicinate. La più forte, di magnitudo 3.1, è stata registrata sempre ieri, dai sismografi dell’Ingv, alle 2:20 con epicentro a Sant’Elia a Pianisi (Campobasso). Una sequenza sismica si era verificata il 24 marzo con otto scosse tra Sant’Elia e Ripabottoni. Un’altra, di magnitudo 3.0, all’1:35 di lunedì 27 marzo con epicentro a Vastogirardi (Isernia), in Alto Molise, avvertita in molti comuni dell’Isernino. Era stata preceduta da due scosse, di magnitudo 2.4 e 2.7, con epicentro sempre a Vastogirardi nella mattinata di domenica, la prima alle 6:09 e la seconda dopo un minuto, alle 6:10.


La gente in strada e le scuole chiuse

L’evento, si legge sul sito dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, «è avvenuto in un’area caratterizzata da una sismicità frequente con diverse sequenze sismiche avvenute nel 2002, 2013, 2016 e nel 2018. La pericolosità sismica di questa area è considerata alta». I molisani, a Campobasso come a Montagano, hanno reagito con attimi di panico. La scossa, che sembra non aver prodotto danni a parte qualche calcinaccio caduto, è stata avvertita nettamente nelle zone limitrofe, in provincia di Isernia e nell’Alto Casertano e a Napoli. Ma anche nel Beneventano e in tutto l’Abruzzo, così come nel Basso Lazio e nella vicina Puglia. Il sindaco di Montagano Giuseppe Tullo ha detto che da un primo giro di ricognizione la situazione sembra per fortuna buona: «Non si segnalano danni particolari. Le verifiche dovranno essere fatte in modo più approfondito, ovviamente. Molti sono scesi in strada: c’è stata tanta paura, ma abbiamo subito aperto la nostra struttura polivalente per chi volesse dormire fuori casa. Le scuole della zona, Petrella, Matrice, e la nostra materna saranno chiuse».

A Campobasso

Scuole chiuse anche nel capoluogo, come deciso dal sindaco Roberto Gravina. «A Campobasso – ha fatto sapere il primo cittadino, impegnato nei vari sopralluoghi durante la notte – i Vigili del fuoco al momento non segnalano danni a persone o cose. Analoga la situazione anche all’ospedale Cardarelli, dove non sono segnalati danni di alcun tipo». Il direttore del Dipartimento della Protezione civile del Molise, Manuel Brasiello, che sta monitorando la situazione dalla Sala operativa di Campochiaro (Campobasso), ha dichiarato che «in via precauzione si sta valutando, comune per comune, la necessità di chiudere le scuole. Siamo in stretto contatto con Luigi D’Angelo, direttore operativo nazionale del Dipartimento di Protezione civile: la situazione è monitorata e vediamo come evolve».

I precedenti

Negli ultimi cinque o sei anni più volte la terra ha tremato gettando gli abitanti della regione in forte preoccupazione. In tempi recenti, che iniziano con il sisma di magnitudo 4.2 del 25 aprile 2017 ad Acquaviva del Sannio, e proseguono con quello di 4.7 del Ferragosto 2018 in zona Montecilfone, appesantiti dal 5.1 della zona di Guglionesi e Acquaviva solo due giorni dopo, svariati comuni molisani hanno registrato scosse che hanno superato la magnitudo 3. Si tratta di Baranello, Sant’Elia a Pianisi, Pietracatella, Guardialfiera, Rotello, Ripabottoni, Bonefro, oltre alle scosse nell’Adriatico. In sostanza, tutto il territorio molisano è a rischio sismico.

La notte insonne di Donato Toma

Il presidente della Regione Molise Donato Toma dice all’AdnKronos che «mezz’ora dopo la scossa abbiamo riunito , in Questura a Campobasso, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che è andato avanti fino alle 3 di notte. Protezione civile operativa e in massima allerta. Abbiamo effettuato la ricognizione telefonica in tutti i Comuni, per vedere se c’erano problemi, ma di danni non ne sono stati segnalati. Abbiamo tenuto sotto sorveglianza un po’ tutta la provincia. Dopo il Comitato, mi sono trasferito a Campochiaro, nella Sala Operativa Protezione civile. Ora siamo tutti un po’ più tranquilli e in molti, dopo aver trascorso la notte in strada per paura, sono rientrati a casa. Per noi è stata una lunga notte insonne».

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