Il piano del medico Carlo Vicentini dietro la strage della sua famiglia: gli spari quando erano tutti a letto e la fuga della figlia

Secondo gli inquirenti, il primario in pensione aveva pianificato l’omicidio dei suoi famigliari e il suo suicidio

Un gesto premeditato. Sarebbe questa l’ipotesi degli inquirenti sulla strage familiare messa in atto dall’urologo Carlo Vicentini che due notti fa ha deciso di uccidere tutta la sua famiglia a L’Aquila. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, il 70enne, ex primario e docente universitario, avrebbe aspettato che i suoi cari andassero a letto prima di uccidere con una pistola la moglie Carla di 63 anni, i due figli Massimo di 43 e Alessandra di 36, e poi suicidarsi con una pistola P38 regolarmente denunciata per via della grande passione per la caccia. Gli omicidi-suicidio, avvenuti nella notte tra mercoledì e giovedì, sarebbero arrivati al culmine di un lungo periodo di depressione che avrebbe spinto Vicentini, secondo gli inquirenti, a compiere la mattanza. Un disagio, questo, che potrebbe essere stato aggravato anche dalle condizioni gravi del figlio Massimo, disabile dalla nascita, e dal pensionamento avvenuto due anni fa e avvertito dallo stesso urologo come una perdita di occupazione. Ma non solo: a gravare su una situazione complessa, anche i lutti familiari: prima era morta la cognata sotto le macerie del sisma 2009. Poi i fratelli Gaspare e Alfonso, quest’ultimo in un incidente stradale.


La dinamica della strage e il biglietto lasciato dall’urologo

Tante le ipotesi da vagliare per chiarire la dinamica della strage. Tra le supposizioni che si fanno largo c’è quella che l’urologo abbia prima sparato alla moglie, ex impiegata all’Asl dell’Aquila, e al figlio che al momento della tragedia stavano dormendo nello stesso letto. Mentre la figlia, nutrizionista all’ospedale di Teramo, sentendo i colpi di pistola, avrebbe tentato di fuggire nel corridoio ma è stata colpita fuori la porta della sua stanza per poi essere ritrovata vicino al letto. Una volta compiuto il gesto, il 70enne si sarebbe poi sparato all’interno della sua camera. Emergono, inoltre, particolari anche sul biglietto lasciato da Vicentini: nello scritto con grafia incerta, considerato delirante, il medico – spiega l’Ansa – cerca di spiegare la sua situazione accusando in maniera farneticanti alcune persone. Nel frattempo, lunedì 3 aprile sono in programma le autopsie sui quattro corpi.


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