Marco Giallini difende il “suo” Commissario Schiavone: «Gli attacchi della destra? Si fa le canne, e allora?»

L’attore replica alle accuse: sulle piattaforme le canne se le fanno pure dentro la culla

L’attore Marco Giallini difende il “suo” Rocco Schiavone. Da mercoledì la serie torna in onda su Rai2 e nei giorni scorsi sui giornali si è scritto che alcuni esponenti di spicco del centrodestra hanno criticato la trama. Perché il messaggio di un poliziotto che si fa le canne e ha dei delinquenti per amici non è «edificante». La quinta stagione, co-prodotta da Rai Fiction-Cross Production e Beta Film Gmbh, ha come scenografia la città di Aosta. Giallini dice in un’intervista a La Stampa che gli attacchi li può pure capire: «Dirò di più, è pure giusto così. La destra attacca perché, dice, “Ma questo che se fa le “bombe” che messaggio dà?”. Ma chi lo vuole dare il messaggio! Capisco pure che è la tv di Stato ma se lo fanno lo potranno fare no? Però mi dico pure che se accendo la tv, qualsiasi altra tv e vado sulle piattaforme, le canne se le fanno pure dentro la culla».


Rocco e Marco

Riguardo le frequentazioni del commissario, invece «E chi non ha amici delinquenti? Io faccio il lavoro mio e Schiavone me lo sono trovato scritto, molto ben scritto. Aggiungo solo che trovo anacronistico l’attacco. In questo momento vedi ben altro della “preghiera laica del mattino”, con o senza amici strani». Secondo Giallini «Rocco è un personaggio imperfetto che ci rappresenta. La sua empatia nasce da queste caratteristiche. Io mi sento in sintonia con lui». Dice che Schiavone ascolta «Blues naturalmente, infatti la musica iniziale l’ho scelta io. Rocco è un tipo alla Paolo Conte. Io lo so, ho fatto il militare a Fossano e quelle atmosfere piemontesi alla Conte le conosco bene». Infine Giallini dice che non sopporta «la gente che non capisce. Che ti guarda e poi non ha ascoltato quello che hai appena detto perché neppure ti è stata a sentire. Mi fa uscire pazzo».


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