Beppe Sala sulle trascrizioni e sull’uso delle parole straniere: «Questo governo vuole portarci indietro»

Il sindaco di Milano, ospite a Mezz’Ora in Più, critica le ultime proposte dell’esecutivo

La battaglia sulle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali, poi quella sulla carne sintetica, poi ancora quella sull’uso di parole straniere nella pubblica amministrazione. E poi ce ne sarà un’altra, ne è sicuro Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ospite a Mezz’Ora in Più su Rai3. «Se vincono la battaglia sulle trascrizioni e sui diritti civili, poi ce ne sarà un’altra», le parole del primo cittadino, «come l’idiozia del foriesterismo linguistico, non so come altro chiamarla». Secondo Sala, il governo Meloni ha un problema con la contemporaneità, e propone un modello vecchio di 50 anni. «Questo è un governo che ci vuol portare indietro. Multare chi usa impropriamente l’inglese? Ma di cosa stiamo parlando. Hanno un’idea anni Settanta, il mondo è cambiato e dobbiamo prenderne atto», aggiunge l’ex commissario Expo, «sulle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali, e ve lo dice un cattolico, se io vedo che la contemporaneità propone un certo modello di società, quasi che mi piaccia o meno devo farci conto». Sala poi rimprovera il governo, soprattutto in riferimento alle parole del presidente del Senato La Russa dei giorni scorsi sull’attentato di via Rasella: «Non sono d’accordo a evocare sempre il rischio di fascismo, ma si deve evocare il rischio di un’omissione chiara di quella che è stata la nostra storia e contro questo rischio io combatterò».


Leggi anche: