Figli di coppie omogenitoriali, Sala chiede aiuto all’Ue: «Costringa l’Italia a fare chiarezza»

L’appello del sindaco di Milano a Bruxelles: «Serve un asse molto largo formato da Verdi, sinistra, Terzo Polo e M5s» per vincere la battaglia

«La legge in Italia è molto complessa: vieta le pratiche che consentono alle persone dello stesso sesso di diventare genitori. Come sapete noi abbiamo le unioni civili, ma non abbiamo la parità matrimoniale. E l’assistenza medica alla procreazione è garantita solo alle coppie eterosessuali. Mentre la maternità surrogata è vietata sia per le coppie eterosessuali, come per quelle omosessuali». Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, durante la conferenza stampa sul blocco imposto dal governo alle registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali in Italia. Durante il suo intervento, insieme alla co-presidente dei Verdi Therry Reintke, il capo delegazione del Pd, Brando Benifei e all’olandese Catharina Rinzema del gruppo di Renew europe, Sala ha ricordato la decisione della corte di Cassazione che «verso la fine dello scorso anno ha dichiarato che la protezione del minore, quindi dei figli delle coppie dello stesso sesso, può essere garantita solo tramite adozione in casi molto particolari». Tuttavia, per il sindaco meneghino, «l’adozione è un processo lungo e complesso ed estremamente costoso in Italia e quindi ci troviamo colti dalla “piena del fiume” perché abbiamo una legge che non ci consente di agire, ma allo stesso tempo ci sono persone che ci chiedono di trascrivere la nascita del loro figlio».


«L’Europa prenda la questione della maternità surrogata nelle proprie mani»

Poi l’esempio di Milano. «In applicazione ai principi europei abbiamo iniziato a trascrivere i certificati di nascita esteri dei figli nati da due padri mediante la maternità surrogata, ma anche i bambini nati da due madri con tecniche di procreazione medicalmente assistita all’estero», continua Sala prima di aggiornare l’Eurocamera sullo stop delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia dopo una circolare del Prefetto del capoluogo lombardo che a sua volta ha interpellato il ministero dell’Interno. «Sono qui davanti al Parlamento a nome anche di altri sindaci delle principali città italiane a chiedervi di discutere e trovare una soluzione per quanto riguarda le registrazioni e i diritti dei bambini e delle famiglie arcobaleno, nonché la parità matrimoniale». Per quanto riguarda i numeri, Sala fa sapere che «a livello nazionale stiamo parlando di qualche decina di registrazione fatte, ora ne abbiamo qualcuna in attesa. Non sono numeri grandissimi e questo è quello su cui gioca il nostro governo: perché vi occupate di una questione così minoritaria?. Ma è una questione comunque fondamentale. E come sempre i numeri dicono parte della verità. Bisognerebbe incontrare quelle famiglie che richiedono la registrazione, come ho fatto io perché mi sono preso la responsabilità di firmare ogni singolo atto. Quando senti la loro storia, quando capisci attraverso cosa sono passati, quando ascolti le loro richieste e aspettative capisci che anche se non sono numeri eccessivi, sono fondamentali. Questo esserci fermati così bruscamente ha creato un problema significativo nella nostra comunità».


«Asse largo per vincere la battaglia»

Per il sindaco di Milano è necessaria «un asse molto largo» per vincere la battaglia dei figli delle coppie gay. «Idealmente composto da Verdi, Sinistra, Terzo Polo e M5s. Certo in questi casi si fa prima a sottolineare le differenze che le cose in comune, ma su questo sarà necessario trovare convergenza», ha detto Sala a margine della conferenza stampa al Pe sulla questione delle registrazioni delle adozioni dei figli delle coppie omogenitoriali. «È evidente che il centro-destra è forte, ma io ricordo a tutti che in 7 anni che sono sindaco ho visto sei governi, e ho detto tutto. Non diamo per scontato che questa battaglia si debba perderla, anzi», ha concluso.

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