Israele, la vittoria di Ben Gvir dopo il rinvio della riforma della giustizia: Netanyahu fa approvare la costituzione della Guardia nazionale

Il ministro della Sicurezza nazionale aveva minacciato di far cadere il governo

Lo scorso 27 marzo, Benjamin Netanyahu ha deciso di cedere alle imponenti manifestazioni che hanno avuto luogo a Tel Aviv e congelare la contestata riforma della giustizia. La decisione aveva fatto montare su tutte le furie Itamar Ben Gvir, che guida il partito di estrema destra Otzma Yehudit: aveva minacciato di far cadere il governo se il premier avesse dichiarato la «resa di fronte alle violenze nelle strade». Ma nonostante l’alta tensione, era stata raggiunta una quadra, che a distanza di quasi una settimana sembra essersi concretizzata. Per «compensare» il rinvio della riforma all’estate, Ben-Gvir ha ottenuto una contropartita pesante sul fronte della gestione della sicurezza: la formazione di una Guardia Nazionale che risponderebbe direttamente a lui. Si chiamerà Guardia nazionale per Israele, costituita «nel ministero per la Sicurezza nazionale» diretto da Ben Gvir. Il quale ha esultato parlando di «una notizia importante per i cittadini israeliani e che migliorerà la sicurezza personale». In una nota il governo ha spiegato che la Guardia – secondo i media dovrebbe avere circa 2mila uomini – «fungerà da forza dedicata qualificata e addestrata per gestire, tra le altre cose, varie situazioni di emergenza, criminalità nazionalista e terrorismo». Rafforzerà inoltre «i ruoli attualmente ricoperti dalla polizia israeliana in queste aree». Sarà poi compito di una Commissione formata da «tutti i settori della sicurezza di Israele» decidere «le prerogative della Guardia». Una decisione che dovrà essere presa in 90 giorni di tempo. Lo stesso periodo in cui bisognerà stabilire da chi dipenderà: se dal capo della polizia o da «un altro ente». Nel frattempo, l’esecutivo ha approvato un finanziamento di circa un miliardo di shekel (circa 250 milioni di euro) per la Guardia, riducendo di 1% il budget di altri ministeri.


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