Sgarbi sempre più duro contro Ultima generazione: «Contro la cupola di eco-attivisti servono metodi antimafia»

«Va cercata la mente dei blitz. Schlein? Sbaglia, con loro non si tratta», ha detto il sottosegretario alla Cultura

Non è più sufficiente un «Tso» per gli eco-attivisti di Ultima generazione che due giorni fa hanno riempito di liquido nero la fontana della Barcaccia in piazza di Spagna a Roma. Ora Vittorio Sgarbi alza l’asticella (degli attacchi) nei confronti del gruppo di ragazzi e invoca, ai microfoni de Gli Inascoltabili di radio New Sound Level, «un’azione come quella dell’antimafia perché questa è un’associazione a delinquere he ha una cupola, un vertice e dei picciotti che eseguono». Poi corregge il tiro ma la sostanza non cambia, anzi il metodo: «È chiaro che la mafia è un’altra cosa, ma il metodo è lo stesso», è quanto si legge in una nota dell’emittente. «C’è una cupola in Europa – ha aggiunto – quindi occorre che la polizia internazionale si muova per individuarla. Dà ordini a dei ragazzotti come automi, che dovrebbero essere sottoposti a un Tso per un evidente bipolarismo o malattia mentale che li porta a eseguire ordini scellerati senza ragione». Per il sottosegretario alla Cultura l’obiettivo è «proteggere i monumenti con poliziotti, ma certamente il controllo capillare in Italia è impossibile – ha proseguito – invece è possibile individuare la mente» che si fa portatore di «posizioni scientifiche del tutto inaccettabili, parlando di inquinamento globale e suggestionando persino la Schlein. Bisogna colpire quella cupola», ha detto.


Ma non solo: per Sgarbi «l’operazione» invocata per “stanare” i vertici, dovrebbe «essere condotta con dei criteri molto sofisticati, le intercettazioni che si fanno per la mafia e per il terrorismo, devono essere fatte anche per questi qui, che fanno atti di terrorismo civile e monumentale». Infine, l’attacco velato, (ma neanche troppo) alla segretaria dem, Elly Schlein, «È una brava ragazza, è una mia amica ma dice delle cose senza senso. Con la mafia non si tratta. Non è che se hanno le loro ragioni… Ci sono dei nemici che vanno colpiti senza immaginare che abbiano dei titoli per dialogare con te. Ascoltare le persone che discutono è il principio democratico dei parlamenti. Nel Parlamento non usiamo delle armi per dialogare, non usiamo le vernici contro l’avversario. Schlein ha detto una solenne fesseria – ha concluso il sottosegretario – ci sono dei problemi rispetto al clima, che vanno affrontati appunto secondo schemi democratici e soprattutto con l’ascolto dei grandi scienziati, non l’ascolto di questi quattro che inventano un pericolo che non c’è».


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