Anche l’Ucraina verso la Nato? Orbán si mette di traverso: «Kuleba resti fuori dal vertice». Cosa divide Budapest da Kiev


Viktor Orbán e il suo governo non sono nuovi a distinguo “pesanti” rispetto all’approccio europeo alla guerra in Ucraina. Solidarietà a Kiev sì, ma con cautela. Condanna della Russia, forse, ma con mille attenuanti. La strategia della “differenziazione”, ad uso in primis dell’opinione pubblica interna, si è concentrata da un anno a questa parte soprattutto sulla risposta in ambito Ue – sui pacchetti successivi di sanzioni contro Mosca come sugli invii di armi a Kiev. Raramente però l’Ungheria si era spinta a puntare il dito direttamente contro la vicina Ucraina come fatto oggi. Oggetto del contendere: la possibile presenza del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, alla riunione con i suoi omologhi dei Paesi membri dell’Alleanza atlantica. Un invito quello rivolto a Kuleba, ha fatto sapere il capo della diplomazia di Budapest Péter Szijjártó, da considerarsi come una «violazione dell’unità della Nato». L’Ungheria, come ha ricordato il ministro, vede come fumo negli occhi l’integrazione dell’Ucraina nella Nato per via del conflitto sui diritti dei cittadini ungheresi che vivono nella regione ucraina della Transcarpazia. «Sosterremo gli sforzi d’integrazione di Kiev nella Nato solo se ripristinerà i loro diritti», ha detto Szijjártó. Oggi a Bruxelles si è tenuto intanto il meeting della commissione Ucraina-Nato, che non si riuniva dal 2017 a causa dell’opposizione proprio dell’Ungheria.
Foto: EPA/OLIVIER HOSLET
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