Ponte sullo Stretto, nessuna copertura prevista dal Def. Salvini assicura: «Inizio lavori entro estate 2024». Musumeci: «Lo faremo entro la legislatura»

Nell’allegato al Documento di economia e finanza si fa notare che «ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili. Pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione della prossima legge di Bilancio»

La stima, che per le grandi opere è spesso suscettibile a rialzi, è di un costo pari a 13,5 miliardi di euro. Lo scrive il ministero dell’Economia in un allegato al Def, il Documento di economia e finanza, nel capitolo dedicato al Ponte sullo Stretto. Ma sono gli stessi tecnici che lavorano per il governo Meloni a rilevare che, «ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili». Nessuno scandalo, ma la notizia impone un’accelerazione nel reperimento delle risorse, se si vogliono rispettare i tempi di costruzione che lo stesso esecutivo annuncia. Per Matteo Salvini, principale sponsor dell’opera, bisogna «partire con i lavori entro l’estate prossima», quella del 2024. Nello Musumeci, poi, assicura: «Ci sono tutte le condizioni per realizzare il Ponte sullo Stretto. E abbiamo la volontà di farlo entro questa legislatura». Insomma, entro il 2027 dovremmo vedere circolare automobili sullo Stretto di Messina. Ma se i lavori inizieranno tra poco più di un anno, quando e con quale provvedimento saranno stanziate le risorse economiche necessarie? «dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di Bilancio 2024», suggerisce lo stesso ministero dell’Economia.


Al finanziamento dell’opera, puntualizza il Documento, «si intende provvedere mediante: le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo sviluppo e la coesione; l’individuazione, in sede di definizione della legge di Bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato; i finanziamenti all’uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale: saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti; l’accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility, il Cef, la cui partecipazione al bando deve avvenire entro settembre 2023». Tempi stretti, che però non spengono l’entusiasmo della maggioranza: «È qualcosa che l’Europa ci chiede e che ci aiuterà a realizzare», afferma Salvini. «Si riparte con questa opera che è strategica, dobbiamo dire che vi è un contingente e può servire al futuro, questa è un’opera che guarda al futuro», rincara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Mentre le opposizioni, con Alleanza verdi e sinistra in testa, mostrano scetticismo.


«Il Def certifica che non ci sono soldi per realizzare il ponte sullo stretto di Messina e stima che il costo per la realizzazione del ponte e opere complementari sarà di oltre 14,6 miliardi di euro. A parte che è una vera e propria follia. Siamo di fronte ad una vera e propria truffa politica e mediatica di chi parla – al solo scopo di fare propaganda – di realizzare un ponte senza avere i soldi per finanziarlo, e nel decreto mette 340 mln di euro per finanziare concessione e studi di progettazione», scrive in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde. «Un ponte che non regge, anche dal punto di vista ingegneristico, considerato che non esiste al mondo un’opera a campata unica con ferrovia lunga 3,3 chilometri. Questi 14,6 miliardi rischieranno di diventare 20 miliardi, sottraendo risorse al ritardo infrastrutturale ed al trasporto ferroviario. Tra l’altro, dieci giorni fa, Salvini parlava di 10 miliardi, oggi 14,6, si tratta della sua solita propaganda», conclude Bonelli. «Il governo Meloni deve smetterla di fare propaganda e si metta a governare seriamente, cominciando a ritirare il decreto sul ponte e destinando le risorse al Sud».

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