Russia, l’oppositore politico di Putin Vladimir Kara Murza condannato a 25 anni di carcere

Accusato di tradimento e di diffusione di informazioni false sull’esercito russo, il 41enne ex giornalista, si è rifiutato di chiedere alla corte di assolverlo

Accusato di aver diffuso informazioni false sull’esercito russo e di tradimento, lo storico e politico di opposizione Vladimir Kara-Murza oggi, 17 aprile, è stato condannato a 25 anni di carcere. Il tribunale di Mosca ha emesso la sentenza adeguandosi alle richieste dell’accusa di pochi giorni fa. Quella di Kara-Murza è una condanna senza precedenti per un prigioniero politico. 41 anni, padre di tre figli ed ex giornalista con passaporto russo e britannico, Kara-Murza ha trascorso anni all’opposizione politica del presidente Vladimir Putin, facendo pressione su governi e istituzioni per imporre sanzioni alla Russia e ai singoli russi per violazione dei diritti umani.


Le parole incriminate di Kara-Murza

Dopo aver criticato quella che Mosca chiama la sua «operazione militare speciale», riferendosi all’invasione dell’Ucraina, Kara Murza è accusato di tradimento e di screditamento dell’esercito russo. «I criminali dovrebbero pentirsi di ciò che hanno fatto. Io, invece, sono in prigione per le mie opinioni politiche. So anche che verrà il giorno in cui l’oscurità sul nostro Paese si dissiperà», ha detto il 41enne nel suo discorso finale alla corte. Paragonando la sua accusa a uno dei procedimenti farsa di Josef Stalin negli anni Trenta e rifiutandosi di chiedere alla corte di assolverlo. Secondo il capo d’accusa di false informazioni, il tribunale riporta il discorso dell’imputato tenuto ai membri del senato dell’Arizona il 15 marzo 2022. In quell’occasione Vladimir Kara-Murza avrebbe «diffuso informazioni non vere circa l’impiego delle forze armate russe per il bombardamento di aree residenziali, edifici di utilità sociale, come scuole, cliniche ostetriche e scuole. E su metodi e mezzi di guerra proibiti impiegati nell’operazione militare speciale in Ucraina».


L’ultimo discorso

Nel suo ultimo discorso alla corte il 41enne si è detto orgoglioso di aver pronunciato le parole di cui è accusato: «Durante la mia deposizione il presidente del tribunale mi ha ricordato che una possibile attenuante sarebbe stata il “rimorso per quanto fatto”. E sebbene ci fosse poco da ridere, un sorriso mi è scappato comunque», ha spiegato Kara-Murza. «A pentirsi di quanto hanno fatto dovrebbero essere i criminali. Io sono in carcere per le mie idee politiche. Per essermi espresso contro la guerra in Ucraina. Per avere osteggiato per anni la dittatura di Putin. E per avere chiesto sanzioni internazionali ad personam ai sensi della legge Magnitskij contro chi viola i diritti umani». Il politico e i suoi sostenitori sostengono che le autorità russe abbiano già eseguito in passato due tentativi di avvelenamento ai danni dell’imputato stesso. Presunti attacchi tuttora negati dalla controparte.

Le reazioni

No comment secco del Cremlino sulla condanna del dissidente. «Sapete che non commentiamo mai le decisioni dei tribunali, e non lo faremo nemmeno questa volta», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta Ria Novosti. Dura invece la condanna dell’Onu, che ha chiesto il rilascio immediato dell’uomo.

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