Roma, abusi nel campo rom: padre a processo per violenza sulla figlia di 8 anni

La ragazza si è costituita parte civile. Prima aveva confessato tutto al fidanzato: «È un segreto, non dirlo a nessuno perché è una cosa nostra»

Una ragazzina è stata abusata sessualmente dal padre dall’età di otto anni. Le prime violenze sono avvenute nel campo rom della Monachina sull’Aurelia a Roma. Poi sono continuate fino al 2018. Adesso il cittadino rumeno V. R. è a processo. L’accusa è di violenza sessuale. Aggravata, racconta oggi Il Messaggero, dall’aver commesso il fatto nei confronti della figlia minore. L’uomo è accusato anche di corruzione di minorenne. Avrebbe costretto la figlia a vedere un film pornografico «dove comparivano personaggi di cartoni animati nudi. L’ha obbligata a guardare tenendole la testa girata quando la bambina provava a distogliere lo sguardo». La ragazza si è costituita parte civile. Prima aveva confessato tutto al fidanzato: «È un segreto, non dirlo a nessuno perché è una cosa nostra». Il primo abuso, secondo il racconto della ragazza, è avvenuto mentre dormiva: il padre ha iniziato a palpeggiarla. Poi l’escalation, interrotta solo dall’arrivo della moglie. La madre della ragazza ha chiesto conto al marito del suo comportamento. «È successo solo quando ero ubriaco e poi sarà successo solo un paio di volte in due anni», le ha risposto lui. La famiglia si è rivolta a un’associazione che combatte abusi e maltrattamenti. Poi la denuncia nel gennaio 2019. Adesso il processo.


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