La prima visita a Jj4 rinchiusa al Casteller di Trento, la deputata Michela Vittoria Brambilla: «Vi racconto come sta» – Il video

La parlamentare è andata a vedere come procede la detenzione dell’orsa che ha ucciso Andrea Papi e dice di volersi impegnare a «vigilare sulla sua incolumità»

È durata tre ore la visita della deputata Michela Vittoria Brambilla al Casteller di Trento, dove è rinchiusa Jj4, l’orsa che ha ucciso Andrea Papi. La parlamentare ex Forza Italia che presidente l’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali ha commentato quali siano le condizioni dell’orsa catturata in Trentino e come procede la sua “detenzione”. «È posizionata in un’area piccola, in attesa che si abitui alla cattività – spiega Brambilla – nella tana, buia e nascosta, si sente più sicura, ma non può comunque accedere alla parte esterna. Già dal primo giorno in cui è stata catturata, si è nutrita e ha una vasca a disposizione per fare il bagno». Con Jj4 c’è anche M49, chiamato dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa «Papillon» per i ripetuti tentativi di fuga dalla cattura, che in quella struttura è destinato a restare a vita: «Lui sta bene: era sdraiato in mezzo al boschetto – ha detto la parlamentare – nella zona esterna alla sua “tana”, e ha a disposizione un ampio spazio in cui muoversi in un territorio di circa 5mila metri quadrati. Non può ovviamente scappare, perché le pareti della zona esterna sono molto alte e sono costruite da un materiale che non permette di arrampicarsi. Non può farsi del male perché non c’è corrente elettrica».


A proposito di Jj4, Brambilla assicura che «sta bene», anche se la sua impressione è che sia «traumatizzata, spaesata e impaurita. Non capisce ancora cosa le sta succedendo, perché lontana dai propri cuccioli. Fisicamente sta bene, magia le mele che le piacevano tanto anche prima, ma non è nel suo habitat. Prima di aprirle una parte di bosco bisogna aspettare che acquisisca una parte di abitudine alla captivazione. Mi impegno a continuare a vigilare sulla loro incolumità. Ringrazio il corpo forestale di Trento e il personale del Casteller per il loro impegno. Certo, non dobbiamo dimenticare che questi animali vivono in uno spazio in cui non sono più liberi, in una prigione. Quanto successo è molto triste e rivolgo ancora una volta il mio cordoglio alla famiglia del giovane che ha perso la vita. Certo, tutto questo si poteva evitare».


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