Udine, furti con la tecnica del «foro nell’infisso»: chi sono i «gemelli Lupin» ricercati dai carabinieri

Avrebbero messo a segno centinaia di colpi negli ultimi anni

Un metodo sopraffino, collaudato e studiato nei minimi dettagli: è la tecnica del «foro nell’infisso» che sta terrorizzando gli abitanti di Udine (e non solo). Ha già permesso di mettere a segno diversi furti, negli ultimi mesi. Sostanzialmente, consiste nel bucare l’infisso con un trapano, infilare nel buco un filo di ferro, e attraverso di esso aprire la porta o la finestra di casa e intrufolarsi al suo interno per svaligiarla. Un tecnica che farebbe invidia a Lupin, per la quale il Comando provinciale dei Carabinieri di Udine ha già individuato i principali indiziati: si tratta di Edmond ed Eduard Trushi, due gemelli albanesi di 38 anni.


Già nel mirino della giustizia

Lo riporta il Corriere della Sera, che specifica anche come negli ultimi anni la coppia criminale avrebbe messo a segno centinaia di colpi nel Nord-Est ma anche in Piemonte, in Lombardia e in alcune regioni del Centro. Grazie anche alla somiglianza del loro Dna, erano stati assolti tre volte: i due sono sostanzialmente identici, ed era difficilissimo attribuire in modo specifico a uno di loro due il reato soltanto con le tracce trovate sui luoghi del delitto. Poi era arrivata la condanna nel 2020, a due anni e due mesi, da parte del Tribunale di Mantova, che riuscì a incastrarli grazie ad altre tecniche: l’analisi delle loro impronte digitali, e il tracciamento dei loro spostamenti (incrociando celle telefoniche e tabulati).


Il curriculum criminale

In precedenza erano stati condannati a Pordenone. In primo grado a 6 anni e 10 mesi e in appello a 5 anni e 5 mesi per 41 furti. Nel luglio 2015 era stata perquisita la loro casa a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Lì erano stati ritrovati circa 300 mila euro di refurtiva, 24 mila euro in contanti, Rolex, diamanti, altri gioielli e apparecchiature elettroniche. Nel 2014 i carabinieri erano riusciti a trovare del Dna su un’auto rubata e lasciata presso Sacile dopo un lungo inseguimento. Per arrivare, infine, ad oggi: sembra che i due siano tornati e abbiamo rimesso in piedi il sodalizio criminale. La comandante del nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Udine al Corriere ha confermato varie segnalazioni nei loro confronti. E che sono in corso accertamenti e approfondimenti.

Foto copertina: Corriere della Sera

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