L’Amoxicillina carente in tutta Italia preoccupa i pediatri, perché l’antibiotico per i bambini è introvabile

L’allarme dei medici riguarda anche gli equivalenti. Tra le ipotesi dei medici la scarsa produzione da parte delle case farmaceutiche a causa del basso costo

Tra gli antibiotici più usati nei bambini, l’amoxicillina è diventato un farmaco introvabile. A lanciare l’allarme sono i pediatri italiani che hanno così deciso di scrivere all’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) affinché «attivi iniziative per sopperire alla grave carenza di farmaci essenziali». I medici spiegano come la mancanza di amoxicillina nelle farmacie ormai da settimane stia inducendo sempre di più a prescrizioni di «inappropriate alternative terapeutiche», aumentando così il rischio di effetti e reazioni avverse. «Sono ormai molti mesi che c’è carenza di amoxicillina, antibiotico di prima scelta per infezioni batteriche comuni che colpiscono i bambini e la carenza si è allargata ad amoxicillina + acido clavulanico», spiega Susanna Esposito, professoressa ordinaria di Pediatria all’Università di Parma coordinatrice del Tavolo tecnico Malattie Infettive della Società italiana di Pediatria (Sip). «Il problema è di recente peggiorato e riguarda anche i farmaci equivalenti. Nelle ultime due settimane siamo stati travolti da telefonate di genitori alla ricerca di sostituzioni degli antibiotici prescritti. E gli stessi farmacisti hanno dispensato farmaci diversi da quelli indicati dal medico». Una carenza che sembrava essere transitoria ma che da settimane va avanti senza soluzione. Per questo i pediatri dell’Acp (Associazione culturale pediatri) con il sostegno di Sip (Società italiana di pediatria) e Fimp (Federazione italiana medici pediatri), ora scrivono ad Aifa: «Se a partire dal 2021 la carenza di amoxicillina riguardava alcune formulazioni d’uso ospedaliero, da alcuni mesi la carenza a livello territoriale riguarda tutte le formulazioni di questo antibiotico, come un fenomeno ciclico in alcune realtà, cronico in altre». Riguardo alle tempistiche, se per alcuni formati del farmaco la data di fine carenza risulta indicata entro fine maggio, per altre tipologie bisognerà invece attendere anche oltre l’estate. Ma quali sono i rischi?


L’aumento dell’antibioticoresistenza

Si tratta di un antibiotico scelto come prima soluzione per le patologie respiratorie dei più piccoli come otiti, polmoniti, faringotonsilliti. «Esistono antibiotici alternativi, come le cefalosporine, ma sono a spettro più ampio e hanno un impatto negativo sull’aumento dell’antibioticoresistenza», spiega la professoressa Esposito. Il rischio principale della somministrazione di farmaci più ampi e potenti è quello di rendere l’organismo dei bimbi maggiormente capace di resistere alle cure di antibiotico. «Resta essenziale risolvere quanto prima il problema per essere certi che torni presto sul mercato e nel frattempo bisogna fornire indicazioni precise a medici e farmacisti per garantire al paziente l’antibiotico che serve, ma con lo spettro più ristretto possibile». Uno degli esempi riportati dai pediatri è quello dei ceppi di Escherichia Coli: «Ormai sempre più resistenti all’amoxicillina-acido clavulanico, maggiormente e impropriamente utilizzato oggi nel contesto pediatrico italiano. E questo nonostante in un recente passato la stessa Aifa abbia sottolineato il carente utilizzo di amoxicillina, documentato anche durante il lockdown, raccomandando vivamente di orientare la prescrizione verso questo antibiotico laddove indicato». I problemi derivanti dalla carenza di amoxicillina secondo i medici non riguardano soltanto le cure pediatriche. «Questo antibiotico è la prima scelta per tutte le più comuni patologie infettive, come indicato anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità e da tutte le linee guida internazionali pertinenti», spiegano. «Questo perché è a basso costo, è efficace e ben tollerato, ha bassi rischi di effetti avversi e soprattutto contribuisce al controllo dell’antibiotico resistenza, di cui l’Italia ha il triste primato in Europa, insieme alla Spagna». Un rischio che non riguarderebbe soltanto il singolo individuo ma tutta la comunità: «La resistenza agli antibiotici, lo ricordiamo, è ambientale e non individuale: il rischio non solo per uno, ma per tutta la collettività».


Perché è in introvabile?

Una delle ipotesi che spiega il perché di una carenza così importante di amoxicillina riguarda il suo basso costo, che secondo i medici, non invoglierebbe l’industria farmaceutica alla produzione. Se ne produce quindi in scarse quantità, nonostante la carenza costringa a ricorrere ad antibiotici alternativi a discapito della sicurezza. Un’altra spiegazione sarebbe quella di un ampio consumo avvenuto di recente per via della circolazione di infezione da streptococco e dei numerosi casi di scarlattina negli ultimi mesi. A fornire possibili motivi del fenomeno anche la stessa Agenzia italiana del farmaco: «L’elevata richiesta, problemi produttivi, la cessata commercializzazione temporanea e forniture discontinue».

Le soluzioni temporanee

«Nella situazione attuale il suggerimento è di far ricorso a preparazioni galeniche di amoxicillina e di dispensare solo le dosi necessarie, evitando di fornire farmaci a spettro allargato», consigliano i pediatri di Sip. Stando invece a quanto comunicato da Aifa, che ha inserito l’amoxicillina nella lista degli attuali farmaci carenti, la soluzione al momento rimangono tutti quei farmaci equivalenti. «Per i trattamenti alternativi è consigliato rivolgersi allo specialista o al medico di medicina generale», conclude l’Agenzia.

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