Taranto, 8 arresti per spaccio di cocaina. Usavano un cestino per trasferire la droga tra i balconi

Durante le operazioni sono stati sequestrati 320 grammi di stupefacente

Otto arresti in provincia di Taranto per traffico di droga. I carabinieri della compagnia di Massafra e del nucleo cinofili di Modugno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Taranto su richiesta della Procura della Repubblica. Quattro persone sono finite in carcere, mentre gli altri agli arresti domiciliari. A loro, si aggiungono 6 persone indagate, che sono attualmente in stato di libertà, ritenute responsabili a vario titolo di acquisto, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. Le indagini, inoltre, hanno permesso di arrestare in flagranza di reato due persone. Altre 10 sono state segnalate alla prefettura come consumatori.


L’ordinanza del gip di Taranto

In tutto sono stati sequestrati 320 grammi di cocaina, e nel corso dell’inchiesta è stato ricostruito il modus operandi impiegato per spacciare da alcuni indagati. Il metodo consisteva nel trasferire la droga da un balcone all’altro tra diverse abitazioni, ricorrendo anche all’uso di un cestino, che nelle ore notturne veniva calato per vendere le dosi agli acquirenti. Gli indagati, in concorso tra loro, rifornendosi da canali tarantini localizzati nel rione periferico Tamburi, sono accusati di aver creato una rete di spaccio di cocaina rivolta a una vasta platea di acquirenti nei comuni di Massafra e Crispiano. Dalle indagini è inoltre emerso una sorta di “patto” tra un fornitore e un indagato di Massafra, 33enne.


Le famiglie e lo spaccio

Il quale, come scrive il gip nell’ordinanza, «preoccupato dalle contingenze del periodo storico che registravano uno scontro tra famiglie tarantine per la supremazia territoriale, e quindi timoroso di essere coinvolto in un filone di indagini che potesse riguardare anche il suo fornitore, presentava a quest’ultimo, altro concittadino massafrese, indicandolo come suo sostituto». Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe raggiunto un accordo «con il suo fornitore per la continuazione dell’attività illecita con il suo sostituto, estromettendosi così da quella specifica attività mediante una sorta di passaggio di consegne». Quanto agli altri indagati non interessati dalla misura cautelare, il gip di Taranto ha rimarcato che «pur svolgendo un ruolo ancillare rispetto alla posizione dei soggetti maggiormente implicati, hanno comunque preso parte a molteplici episodi di rilievo penale».

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