Eleonora Gatti, chi è l’allenatrice della ginnastica accusata di maltrattamenti: «Sono un’insegnante severa ma mai dati schiaffi»

Un testimone ha parlato di «urla e atteggiamenti intimidatori quotidiani con bambine che spesso scoppiavano in lacrime»

Eleonora Gatti è l’istruttrice di ginnastica artistica finita sotto la lente della procura di Bologna per i presunti maltrattamenti nei confronti di quattro ex allieve della Ginnastica Biancoverde di Imola, in provincia di Bologna. I giudici hanno chiesto e ottenuto nei suoi confronti il giudizio immediato. Gatti è stata sospesa in via cautelativa dal tribunale federale sportivo. In quanto «destinataria di molteplici e convergenti denunce di comportamenti inadeguati nei confronti di allieve minorenni, sia di natura verbale che fisica, formalizzate anche davanti alla Procura di Bologna». Un testimone sentito dai magistrati sportivi ha parlato di «urla e atteggiamenti intimidatori quotidiani con bambine che spesso scoppiavano in lacrime». 


La storia delle ginnaste

Nell’intervista che rilascia oggi a Marco Signorini per Il Resto del Carlino Gatti dice che non ha mai maltrattato le sue allieve e che lo dimostrerà al processo. Nel fascicolo aperto dalla procura si parla di «ripetute minacce di esclusione dalle competizioni ufficiali e di punizioni disciplinari», come «scendere, salire e scendere su una fune di 5/6 metri ancorata al soffitto usando esclusivamente la forza delle braccia», ma anche di percosse, schiaffi sulla pancia e altre offese. Che lei nega decisamente: «Spero che questi mesi passino in fretta perché non vedo l’ora di avere la possibilità di difendermi, raccontando chi sono veramente. Ho piena fiducia nella magistratura». Per Gatti «le denunce sono state presentate a gennaio da ragazze che non frequentavano più la squadra da qualche anno. Alcune contestazioni risalgono a quasi dieci anni fa. E questo dovrebbe essere fonte di riflessione».


Un’insegnante severa

Perché secondo lei «se un’insegnante prendesse a schiaffi suo figlio, lei cosa farebbe? Immagino che andrebbe subito dalle forze dell’ordine a presentare denuncia. O aspetterebbe degli anni?». E poi precisa: «Guardi che non parliamo di una scuola dell’obbligo. Ma di un’associazione che si è liberi di frequentare oppure no. Se un’allieva non si trova bene con un’insegnante se ne va». Gatti dice di sé: «Sono un’insegnante severa, questo sì e non posso pretendere di piacere a tutte le allieve. Ma non ho mai preso a schiaffi nessuno. Sono una madre anch’io e mai vorrei che mia figlia soffrisse per lo sport».

Le altre allieve

Infine, Gatti accenna alla sua strategia difensiva: Ci sono decine di ragazze pronte a testimoniare in aula. Sono convinta che ai giudici basterà ascoltare loro. Il mio unico rammarico è che non siano state sentite durante le indagini. Ho la coscienza a posto e sento che la vicenda si concluderà al meglio. Spero davvero che i tempi della giustizia siano veloci per poter tonare a fare al più presto il lavoro che amo».

Foto di copertina: profilo FB.

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