Fabio Fazio e la solidarietà della sua Lavoratti: «La vita è come il cioccolato: è l’amaro che fa apprezzare il dolce»

Insieme a sua moglie e altri due soci, il conduttore televisivo ha rilevato la Lavoratti 1938 che, investita dalla crisi post-Covid, stava chiudendo i battenti

«Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni (e stagioni)». A Fabio Fazio è bastata una frase per spiegare la situazione. La vicenda è ormai nota: il conduttore di Che tempo che fa lascia la Rai, se ne va a Discovery con un contratto blindato di quattro anni che lo vedrà debuttare sul Nove già dal prossimo autunno. Eppure Fazio non è solo tv. Esistono, infatti, «altrove» meno noti dello stesso conduttore televisivo. Uno di questi è legato al suo laboratorio di cioccolato, la Lavoratti 1938 di Varazze, in Liguria, che nei giorni scorsi sembra aver fatto quadrato intorno al suo Willy Wonka dopo l’addio dello stesso dalla Rai. «La vita è come il cioccolato: è l’amaro che fa apprezzare il dolce», si legge nel post Facebook della fabbrica di cioccolato ligure pubblicato già sabato, prima dell’annuncio in diretta ma quando erano già note le decisioni. Un messaggio di solidarietà che non lascia spazio a interpretazioni. 


Cos’è la Lavoratti

Ma facciamo un passo indietro: la fabbrica di cioccolato, la Lavoratti – creata da Aliberto Lavoratti, discendente di una famiglia di giostrai che cominciò a produrre cioccolato in una piccola bottega nel centro del borgo ligure – rischiava di chiudere per sempre, investito dalla crisi post-Covid. Nel 2020, infatti, a causa del lockdown, oltre 300 mila euro di prodotti invenduti erano rimasti in magazzino. Ed è così che Fazio, insieme a sua moglie Gioia Selis (che detiene il 45% delle azioni della srl “Dolcezze Riviera”) e altri due soci, Davide Petrini (45%) e Alessia Parodi (5%), decise di salvare quel piccolo laboratorio vicino a Savona. 


All’epoca, era stato lo stesso Fazio a raccontare su Instragram la sua mossa (aziendale): «Vengo a sapere da un mio amico, Davide Petrini, che la Lavoratti chiude in seguito alla pandemia. Mi ha preso un vero e proprio sconforto e mi sono detto che bisognava provarci, che non potevamo perdere un pezzo così importante della piccola storia delle nostre vite e del nostro territorio». E così, «di impulso e inconsapevoli di quel che avrebbe significato, con Davide abbiamo rilevato marchio e azienda». Quella del prezioso laboratorio nella Liguria di Ponente è una storia a lieto fine per i 15 artigiani del gusto che grazie alla mossa aziendale della Dolcezze Riviera srl e il suo capitale di 30 mila euro sono tornati a lavorare praline, creme e tavolette.

«Ridare vita a un laboratorio di cioccolato mette di buon umore, che è un po’ il mio mestiere di sempre», aveva spiegato tempo fa il conduttore in una conferenza stampa a Portofino presso il ristorante di Carlo Cracco e con la partecipazione del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Una volta presa la decisione, però, bisognava poi guardare in faccia la realtà: nessuno dei soci sapeva come approcciarsi al cioccolato. «Non sapevamo proprio nulla, – raccontò Fazio circa un anno fa – se non che ci piace». Così entrò in ballo, suggerito anche da Massimo Bottura (3 stelle Michelin) e lo stesso Cracco, cui i soci avevano chiesto consiglio, il noto pasticcere siciliano Corrado Assenza. Fazio ha sempre sottolineato di non sentirsi un produttore di cioccolato, bensì un editore. Tutta la linea proposta dalla sua azienda richiama, infatti, nel packaging una collana di libri. Di questa, ne fanno parte inoltre anche le matite, ovvero bastoncini ripieni di frutta o crema di nocciola e pistacchio.

La collana di libri di cioccolato
La collana di libri di cioccolato

L’uovo di Pasqua con Carlo Cracco

Ogni anno, da bambino – nel periodo pasquale – Fazio riceveva un uovo della Lavoratti di Varazze, vicino a Savona, dove il conduttore e autore televisivo è cresciuto e dove i suoi nonni vivevano. «A Varazze abitavano i miei nonni. Sono nato e vissuto a meno di dieci chilometri da lì, a Savona, e a ogni Pasqua arrivava puntuale l’uovo Lavoratti che in paese era il marchio di casa. I nonni lo regalavano a me e a mio fratello. Lo stesso hanno poi fatto i miei genitori con i miei figli. Una consuetudine domestica densa di memoria e di ricordi, di profumi e di attese», aveva raccontato alla presentazione della sua nuova avventura. Ed è proprio da quel simbolo legato al suo passato che è nata la collaborazione con il noto chef stellato, Carlo Cracco. Insieme, i due, hanno infatti lanciato per Pasqua 2023, nello spazio eventi dello stesso chef in Galleria Vittorio Emanuele a Milano con tanto di degustazione guidata da Marco Ferrari, Maître Chocolatier dell’azienda, tre tipologie di uova di pasqua dal prezzo di circa 60 euro. «Tutto era in cantiere da tempo, ma di certo Pasqua ha velocizzato la sua ufficializzazione, per ovvi motivi, l’occasione imperdibile di cominciare con le uova di cioccolato», aveva spiegato Cracco nel giorno del lancio. Una collaborazione, quella trai due, che probabilmente non si limiterà all’uovo, ma che – si legge nel post – «sarà duratura e proficua».

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