Roccella contestata al Salone del Libro, Meloni: «Inaccettabile silenziare un ministro». Schlein: «Governo autoritario se non accetta il dissenso»

Bufera anche sul direttore uscente del Salone Nicola Lagioia, preso di mira da Fratelli d’Italia per la gestione dell’episodio

Continua a far discutere l’episodio che ha visto protagonista la ministra della Famiglia Eugenia Roccella al Salone del Libro di Torino, dove ha avuto luogo una contestazione che ha tenuto bloccato lo spazio della Regione Piemonte per oltre un’ora e spinto la ministra a rinunciare alla presentazione del suo libro. Un fatto che la premier Giorgia Meloni definisce, in una nota, «inaccettabile e fuori da ogni logica democratica». «Altrettanto inaccettabile – prosegue la premier – è l’operazione dei soliti noti di capovolgere i fatti, distorcendo la realtà e giustificando il tentativo di impedire a un ministro della Repubblica di esprimere le proprie opinioni. Come al solito chi pretende di darci lezioni di democrazia non ne conosce le regole basilari». Di diverso avviso la leader del Pd Elly Schlein, che parlando a ‘In Onda’ ribatte: «In una democrazia si deve mettere in conto che ci sia il dissenso, sta nelle cose non riguarda mica solo chi sta al potere. Noi siamo per il confronto duro, acceso ma è surreale il problema che ha questo governo con ogni forma di dissenso». «Non so – ha aggiunto – come si chiama la forma di un governo che attacca le opposizioni e gli intellettuali ma quantomeno mi sembra autoritaria». Schlein ha inoltre definito «surreale» il fatto che «ministri e deputati si siano messi ad attaccare Nicola Lagioia». Il riferimento è al direttore uscente del Salone, preso di mira per la gestione dell’episodio.


«Una cattiva gestione»

A criticarlo ruvidamente è stata in primis la ministra stessa: «Capisco che Lagioia sia uno scrittore, ma costruire una narrazione fantasy sulla realtà mi sembra un po’ eccessivo», affonda Roccella, secondo la quale «di fronte a un’aggressione subita e al mio invito al dialogo rivolto ai contestatori il direttore del Salone non solo non trova il modo di dire che è poco democratico impedire agli altri di parlare, ma addirittura attacca coloro ai quali è stato impedito di esprimersi. No comment». A calcare la mano ancor più pesantemente ci ha pensato poi la parlamentare torinese di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli: «La contestazione va avanti ormai da un’ora e mezzo con il beneplacito del direttore del Salone Lagioia che dal palco li ha anche definiti pacifisti senza dare nessuna indicazione di smettere e far tornare il pluralismo di cui tanto parla», attacca Montaruli, rimasta sul palco dell’Arena Piemonte accanto a Roccella durante l’incursione di attivisti di “Extinction Rebellion” e “Non una di meno”. «Quanto sta accadendo sta dimostrando che Lagioia sta gestendo male la presenza di persone che non la pensano come lui, e noi faremo il rullo dei tamburi quando se ne andrà», conclude la deputata FdI. Quella in corso a Torino è l’ultima edizione del Salone diretta da Lagioia: a prendere le redini della kermesse dell’editoria n° 1 in Italia sarà a partire dall’edizione 2024 – secondo la designazione ufficializzata dagli enti soci del Salone lo scorso aprile – la giornalista del Foglio Annalena Benini.

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