Chi è la donna che ha sposato Alberto Genovese: 46 anni, due lauree e una relazione di 4 anni

I due si conoscono dall’università. Lui gli ha presentato Sarah Borruso. E le aveva raccontato di rapporti sessuali con altre persone

L’imprenditore condannato per stupro Alberto Genovese si è sposato. Lo hanno fatto sapere i suoi avvocati nell’istanza con cui chiedono per lui i domiciliari. A cui la procura generale ha dato parere favorevole. Il matrimonio è stato celebrato mentre si trovava in una comunità di recupero nel dicembre scorso. Genovese era fidanzato con Sarah Borruso. che ha ricevuto una pena di 2 anni e mezzo per le violenze di “Terrazza Sentimento”. Il legame con la ex, invece, è rinato durante il processo. Ma i due, fa sapere oggi il Corriere della Sera, in realtà si conoscono da 27 anni. Ovvero da quando entrambi frequentavano l’università a Milano. Gli avvocati Antonella Calcaterra e Salvatore Scuto hanno chiesto di far scontare i 4 anni restanti degli otto e 4 mesi comminati fuori da Bollate.


L’interrogatorio

La donna che ha sposato Alberto Genovese ha due lauree e attualmente lavora in ambito economico e fiscale. Nel novembre 2020 era stata interrogata dalla pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella nell’inchiesta su di lui. «Ho avuto una relazione con Alberto durata circa 4 anni. È stato un rapporto normale», di tipo «tradizionale», ha raccontato lei. I due hanno poi continuato a frequentarsi da amici. Anche quando lui stava con Sarah Borruso. Borruso e Genovese «qualche volta in modo goliardico hanno raccontato di aver avuto alcuni rapporti sessuali con altre persone. Ma io ho trovato questi argomenti sempre particolarmente sgradevoli e non ho mai voluto fare domande in merito». La donna rivela: «Avevo una sorta di patto con Alberto: volevo stargli e restargli vicina, ma assolutamente lontana da queste dinamiche». Infatti, «faceva delle feste fino a notte inoltrata, ma io non vi partecipavo perché poi al mattino lavoravo, oltre a non gradire il tipo di festa e le persone».


La situazione

La donna ha fatto presente a chi indagava che «negli ultimi mesi la situazione è lentamente degenerata. Lui ha cominciato a farsi trovare sempre più spesso in condizioni evidentemente alterate dall’assunzione di stupefacenti». Anche per questo «la frequentazione si era fatta più assidua, il suo stato di difficoltà certamente più evidente e la necessità di avermi vicino forse era aumentata (…). Come tutte le persone che gli vogliono bene speravamo in un evento che lo fermasse, ma certamente non pensavamo che sarebbe potuta accadere una cosa del genere». Poi la scoperta: «Non sono riuscita a chiedergli nulla in più in quelle circostanze, perché lui non mi prestava attenzione per un tempo ragionevole e voleva sempre cambiare argomento. Devo dire di aver sottovalutato la vicenda e che non ho mai creduto che Alberto sarebbe stato accusato di un reato così terribile».

Leggi anche: