La corsa contro il tempo per salvare i libri antichi della biblioteca di Forlì: «Li congeliamo per il restauro: sarà un lavoro lungo e difficile» – Foto e Video

L’acqua contaminata favorisce la formazione di muffe e funghi sui tomi del 1500. Così vengono conservati a -25 negli stabilimenti della ditta di surgelati Orogel che ha messo a disposizione i suoi impianti. Il racconto dell’ex parlamentare forlivese Sauro Turroni

Va di fretta l’ex parlamentare dei Verdi Sauro Turroni, alla prima chiamata ha bisogno di tenere il telefono libero. «Sto aspettando una chiamata dai Carabinieri, per poi portare i libri alla Orogel dove verranno congelati». Per capire il motivo di questo strano intreccio bisogna partire dalle tragiche alluvioni in Emilia Romagna. Oltre a spazzare via auto e campi coltivati, l’acqua si è insidiata fino agli archivi della biblioteca del seminario di Forlì, impregnando le pagine degli antichi libri lì conservati e trascinandosi dietro il fango, che li ha ricoperti. Perché vengano congelati lo spiega lo stesso Turroni a Open. «L’acqua di per sé non è il problema principale. Quello che ci preoccupa sono funghi, batteri, e micosi che si possono sviluppare nei libri a contatto con acqua contaminata». Così tanti libri non possono essere restaurati in tempo breve e quindi vengono congelati nell’attesa, per evitare che funghi e muffe li rovinino.


Un lavoro delicato

«Sono rimasti troppo tempo sommersi. Ogni libro viene fuori con quattro dita di fango sopra», spiega Turroni mentre osserva i tomi salvati in giornata venire caricati sul furgone della Orogel. «C’erano problemi tecnici. Servivano le idrovore, e abbiamo dovuto scongiurare i pericoli di contaminazioni e il problema delle formazioni di gas. Tutti i giorni venivano i vigili del fuoco a fare le rilevazioni», continua Turroni, forlivese Doc, ex parlamentare, membro di Greenpeace. A organizzare i gruppi dei 240 volontari è stato il bravissimo padre Andrea. Fondamentale è stato l’apporto degli uomini e delle donne della soprintendenza ai beni culturali, che sanno maneggiare i libri danneggiati con delicatezza, quel tanto che basta – dopo una prima pulitura con acqua – a identificarli.


Libri del 1500

«Non è un lavoro che potremmo fare io o lei», commenta Turroni. I tomi vengono quindi messi in sacchetti di plastica e subito inseriti nei contenitori frigo. «Quando sarà il momento potranno essere restaurati. Sarà lungo e difficile. Ci sono restauri ancora in corso dall’alluvione di Firenze del 1966. I primi saranno quelli di maggior valore culturale, storico e artistico. Sono tomi che risalgono al 1400, 1500 e 1600», spiega Turroni. «Si usano tecniche molto avanzate che sono state sviluppate proprio a partire da Firenze. Molti sono libri legati all’attività ecclesiastica pastorale. Hanno valore storico anche per la religione», aggiunge.

L’arrivo a Orogel

La procedura è stata spiegata nel dettaglio anche dal presidente di Orogel, Bruno Piraccini.« A sorpresa ho ricevuto oggi questa richiesta dalle Belle Arti e dalla Biblioteca – ha precisato all’Ansa – e volentieri faremo spazio nel nostro stabilimento ai libri antichi della Biblioteca di Forlì alluvionati negli ultimi giorni». «La nostra fabbrica è abituata a conservare al meglio la qualità», illustra. Il contenuto delle celle frigorifere, di solito, è altro: «Normalmente lo facciamo con l’ortofrutta che matura in campo surgelando entro tre ore dalla raccolta le produzioni a -25 gradi».

La conservazione

«Mai mi sarei aspettato che questa procedura in velocità tornasse utile anche per il nostro patrimonio letterario, per il quale volentieri riorganizzeremo gli spazi in magazzino», aggiunge il presidente dell’azienda agricola cesenate, di cui i surgelati costituiscono gran parte dei prodotti. Il luogo scelto per conservare i libri è Pievesestina: «Una frazione a 4 chilometri da Cesena, lì abbiamo uno stabilimento all’avanguardia, totalmente computerizzato, che mantiene costanti le bassissime temperature e che per fortuna, nonostante sia a 800 metri dal fiume, non ha subito danni» spiega Piraccini. «Per protocollo interno, sia a tutela della salute dei lavoratori che delle produzioni, l’uomo qui non entra e non mette mano, e siamo pronti a fare la cura del freddo ai libri della Romagna» conclude.

Foto e video nell’articolo di Sauro Turroni

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