Nina, la tiktoker sedicenne in prima linea per spalare il fango a Cesena: «Non chiamatemi “angelo”. C’era solo da dare una mano» – Il video

«Ho trentotto e mezzo e i brividi… ma è stato bellissimo», racconta la studentessa che dopo due giorni passati a pulire le strade si è ammalata

«Tutti video completante a caso», si legge nella bio di TikTok di Nina Macori. Ma tra coreografie improvvisate sulle note di canzoni napoletane, fit check, e video di lei mentre si allena, c’è un filmato che spicca e non solo per il numero di visualizzazioni di gran lunga maggiore di quelle dei video precedenti. Nina, altre tre ragazze, e un uomo che indossa una camicia blu sono sporchi di fango sulle gambe e sui vestiti. «Il signor Gianni aveva la casa con l’acqua fino alle ginocchia». Non serve leggere il tag della geolocalizzazione per capire che Nina e il signor Gianni abitano in Emilia Romagna, in questi giorni devastata dalle alluvioni. Che però non tolgono l’entusiasmo ai cinque, tutti sorridenti almeno nel video che sul social ha già raccolto 2,5 milioni di visualizzazioni.


«Non chiamatemi angelo del fango»

Ora Nina, sedicenne, ha la febbre, dopo aver passato due giorni interi a spalare le vie che a Cesena costeggiano il fiume Savio. «Ho trentotto e mezzo e i brividi… ma è stato bellissimo. Ora prendo le caramelle, qualcosa di caldo, e mi passa», racconta al Corriere della Sera in un’intervista a cura di Alfio Sciacca. Sia ieri che l’altro ieri, ha iniziato alle 9 e ha continuato fino alle 19. «Cominciavo a essere un po’ stanca», spiega la giovane iscritta al liceo Linguistico, con il sogno di studiare Business Management a Londra. Una ragazza concreta, che l’espressione «angeli del fango» (riferita ai giovani che nel 1966 arrivarono a Firenze dopo l’alluvione) non l’ha «mai sentita». «C’era solo da dare una mano, ho preso pala e rastrello e sono andata». E non è stata l’unica, centinaia di giovani si sono organizzati «attraverso i social». «Ci siamo ritrovati in tanti tra gli amici con cui il sabato siamo in pizzeria o al cinema e abbiamo fatto la squadra». Una squadra che vince: «Con il mio gruppo abbiamo liberato un capannone dove c’erano oggetti di antiquariato. Erano ormai fradici e purtroppo li abbiamo dovuti buttare. Il proprietario, poverino, era disperato».


«Mi dà fastidio chi non si interessa del cambiamento climatico»

Papà e mamma sono orgogliosi di Nina e delle sue sorelle: «Il mio babbo nel pomeriggio mi ha scritto un gran bel messaggio: “Sono molto fiero di te”. Mi ha commossa. Comunque lui non è ancora rientrato: uscito dal lavoro è andato ad aiutare dei nostri conoscenti che hanno ancora la casa allagata. Anche le altre mie due sorelle di 12 e 15 anni sono con mia mamma a dare una mano da altri conoscenti e sono ancora fuori», racconta la ragazza che aggiunge: «C’è un clima di grande solidarietà. Chi non spalava il fango portava pizze, panini, bevande». Infine, Nina dice la sua su come viene percepito il cambiamento climatico che contribuisce a disastri come questo e sulla lotta per mitigarlo che in tanti criticano: «Io ci tengo tantissimo a questi temi. Mi dà fastidio che le persone se ne disinteressino. Ma non sono d’accordo sull’imbrattare i monumenti».

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