Via la parola «razza» dai documenti, la svolta anti-polemiche del governo dopo gli scivoloni di Lollobrigida

La parola sarà sostituita da nazionalità. Il cambio di rotta dopo le considerazioni del ministro dell’Agricoltura

La parola “razza” sarà sostituita da “nazionalità”. La svolta nella Pubblica amministrazione dovrebbe arrivare proprio sul decreto Pa, se passerà, in Commissione affari costituzionali e lavoro alla Camera, l’emendamento del deputato del Pd Arturo Scotto che prevede appunto la sostituzione del termine. A parlarne è Tommaso Ciriaco su Repubblica, che aggiunge come quello del governo sembra essere un netto cambio di rotta dopo le polemiche innescate dal ministro Francesco Lollobrigida. «Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica – aveva dichiarato il titolare dell’Agricoltura – gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada». Successivamente aveva precisato: «Credo che sia evidente a tutti che non esiste una razza italiana. È un falso problema immaginare un concetto di questa natura. Esiste però una cultura, un’etnia italiana». Le parole del ministro sollevarono diverse critiche tanto da spingere il dem Scotto a presentare un ordine del giorno per abolire la parola razza dai documenti della PA, indicazione che poi fu bocciata dalla maggioranza in aula. Adesso ci riprova, stavolta in Commissione. Secondo quanto riporta Repubblica gli uffici legislativi della PA, Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia hanno già dato ufficiosamente semaforo verde alla modifica, definita sostenibile dal punto di vista finanziario. Ora non resta che aspettare la prossima settimana con la formalizzazione dell’ammissibilità degli emendamenti e il voto sul testo. Sempre se, come davanti a un matrimonio non condiviso, qualcuno tra le forze di maggioranza non opporrà resistenza.


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