Migranti e denatalità, la linea di Lollobrigida: «Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica, incentivare le nascite»

Una frase destinata a suscitare polemiche. In contemporanea al suo ministro, anche Meloni parla di migranti in merito all’assenza di lavoratori: «Non puntiamo su di loro, ma su quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile»

Congresso del sindacato Cisal, mattinata del 18 aprile. Tra gli ospiti d’onore, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. L’esponente di Fratelli d’Italia, intervenendo dal palco, riprende un concetto che aveva già espresso a inizio mese, al salone del Vinitaly: far lavorare i percettori del Reddito di cittadinanza nei campi. «La crescita si può perseguire in modi diversi – esordisce Lollobrigida all’evento della Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori -. Vendere i beni di famiglia, gli asset strategici erogando bonus, indebitandosi per avere consenso come hanno fatto gli altri. Poi c’è quello che vogliamo fare noi, ossia investire per far crescere la Nazione. Anche per questo ci siamo detti contrari al Reddito di cittadinanza. Chi può lavorare deve essere messo nelle condizioni di farlo tenendo presente che ogni lavoro è più degno rispetto al percepire il sussidio. Si può lavorare benissimo in agricoltura che ormai è un’eccellenza avanzata fatta di imprenditori validi». Non è questa, tuttavia, la frase destinata a suscitare polemiche. Il membro del governo Meloni rievoca la falsa teoria del complotto del cosiddetto piano Kalergi. «Le nascite non si incentivano convincendo le persone a passare più tempo a casa, perché si intensificano i rapporti, come ha sostenuto qualcuno, non è quello il modo. Il modo è costruire un welfare che permetta di lavorare e di avere una famiglia, sostenere le giovani coppie a trovare l’occupazione. Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada».


Sensi (Pd): «Mi vergogno per Lollobrigida, non è degno dell’incarico di ministro»

Una dichiarazione fatta in contemporanea al discorso di Giorgia Meloni al Salone del Mobile, a Milano. Sempre parlando di migranti, la presidente del Consiglio afferma: «È oggettivo che noi in Italia abbiamo un problema di tenuta del nostro sistema economico e sociale dato dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità. Di fatto abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano. Al di là della valutazione però, questo problema si risolve in vari modi, e quello su cui lavora il governo non è risolverlo con i migranti, è risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile». Comunque, i primi a dirsi indignati per la frase di Lollobrigida sono gli esponenti del Partito democratico. Su Twitter, il neosenatore Filippo Sensi scrive: «Un ministro della Repubblica che, parlando non so a che titolo della questione seria e centrale della denatalità, evoca – testuale – la pseudo-dottrina della sostituzione etnica non è degno dell’incarico che ricopre. Non credo ci sia altro da dire. Mi vergogno per lui, per noi». La deputata Dem Ilenia Malvasi incalza: «Oggi il ministro Lollobrigida parla di pericolo di “sostituzione etnica”, una bufala complottista, smentita da ogni statistica. Il tema della denatalità è molto serio e riguarda tutti, ma affrontarlo così è umiliante». Anche la segretaria del Nazareno Elly Schlein, partecipando alla manifestazione di Roma contro il decreto Cutro, interviene sul tema: «Le parole del ministro Lollobridiga sono disgustose. Sono parole inaccettabili da chi ricopre il suo ruolo: ci riportano agli anni ’30 del secolo scorso, parole che hanno il sapore del suprematismo bianco. Mi auguro che Meloni e il governo prendano le distanze da queste dichiarazioni, fatte per altro nel giorno in cui il presidente Mattarella si trova in visita ad Auschwitz».


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