Salone del Mobile, Meloni: «Manca manodopera ma ci si accapiglia sul Reddito di cittadinanza». E sulla scuola: «In arrivo il liceo del Made in Italy» – I video

La presidente del Consiglio interviene all’inaugurazione della 61esima edizione di una delle più importanti fiere internazionali per l’arredo e il design

«Con il Covid la casa e l’arredo sono diventati un pezzo della nostra identità, molto più che semplicemente il nostro rifugio. È qualcosa che condividiamo con gli altri, definisce il nostro carattere, la nostra personalità. E il benessere e la bellezza sono la base di qualsiasi forma di salute. Ci sono tante cose importanti che vanno incentivate e ci stiamo lavorando». È uno dei passaggi del discorso che Giorgia Meloni tiene il 18 aprile all’inaugurazione del Salone del Mobile, una delle più importanti fiere internazionali per l’arredo e il design. La presidente del Consiglio fa spesso riferimento al tema del Made in Italy. Dall’omonimo liceo che il suo governo vuole istituire, «è in dirittura d’arrivo», a una legge quadro per valorizzare la produzione italiana: «In questo Salone c’è un elemento fondamentale che è nella nostra economia: il marchio, l’eccellenza. In tempo di globalizzazione, l’Italia non può darsi come obiettivo quello di competere sulla quantità di quello che produce. Ma c’è una cosa sulla quale tutto il resto del mondo non compete con l’Italia: è la qualità di quello che noi produciamo. Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo a patto di essere in grado di difenderlo e valorizzarlo».


Meloni, dopo aver tagliato il nastro della 61esima edizione del Salone del Mobile a Rho Fiera Milano, annuncia: «Con il ministero delle Imprese, stiamo per portare in un Consiglio dei ministri delle prossime settimane un collegato alla Manovra che ha come obiettivo proprio la valorizzazione del marchio. Di fatto, una sorta di legge quadro per valorizzare le nostre eccellenze, puntando su tre pilastri: lotta senza quartiere alla contraffazione e alla concorrenza sleale, quindi con tutela dei brevetti e dei marchi. Strumenti finanziari per far crescere piccole e medie imprese particolarmente nei settori dell’eccellenza. Formazione e competenza. Penso che in questa Nazione serva una rivoluzione culturale per mettere al centro il lavoro creativo italiano».

Di lavoro parla anche quando parla del nuovo indirizzo di scuola secondaria superiore, idea esposta per la prima volta il 3 aprile scorso a Vinitaly: «Credo che le aziende capiscano benissimo cosa intendiamo quando cerchiamo di parlare di una rivoluzione culturale che porti a basare molto lavoro sulla nostra eccellenza, mettere in rapporto l’offerta con la domanda di lavoro che oggi sono totalmente disallineate. Abbiamo il paradosso di un’alta disoccupazione e la difficoltà oggettiva a trovare posti di lavoro in settori che sono d’eccellenza. Ritengo una cosa strategica cercare di allineare il rapporto fra domanda e offerta di lavoro facendo una rivoluzione culturale sul ruolo del sapere artigiano insieme all’innovazione del nostro ordinamento».

L’occasione è propizia per spiegare anche la stretta al Reddito di cittadinanza che l’esecutivo sta portando avanti: «Non mi rassegno a una società nella quale il modello di riferimento sia quello di favorire il Reddito di cittadinanza, ma quello di favorire il lavoro. Mentre noi continuiamo ad accapigliarci sul reddito di cittadinanza, che comunque questo governo conferma di non voler continuare a dare a chi è in condizioni di lavorare, poi scopriamo che le nostre aziende dicono che in quattro casi su dieci hanno difficoltà a trovare manodopera qualificata per posti di lavoro ottimamente retribuiti». Oltre agli spunti sullo snellimento della burocrazia, sulla delega fiscale «che propone di abbassare le tasse», Meloni sottolinea l’importanza di incentivare il lavoro femminile: «È oggettivo che noi in Italia abbiamo un problema di tenuta del nostro sistema economico e sociale dato dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità. Di fatto abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano. Al di là della valutazione però, questo problema si risolve in vari modi, e quello su cui lavora il governo non è risolverlo con i migranti, è risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile, perché alzando i livelli del lavoro femminile e portandoli alla media europea già i nostri dati cambierebbero molto. E poi lavorando sulla demografia, quindi sulla incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli. Questo è quello su cui il governo lavora».

Tra i temi affrontati, anche quello della sostenibilità, «molto sentito dal comparto legno arredo». La presidente del Consiglio ricorda che l’Italia ha «un patrimonio boschivo quasi per nulla utilizzato e il legno si compra soprattutto all’estero. Stiamo lavorando con i ministeri delle Imprese e dell’Agricoltura per rendere il settore indipendente, coniugando sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. Vogliamo puntare ad una filiera del legno-arredo 100% Made in Italy». Meloni critica, poi, l’Europa per «l’assenza di un’autonomia strategica». Oggi, aggiunge, «è un dibattito aperto, mentre qualcuno poneva questo problema qualche anno fa e per questo veniva definito un pericoloso sovranista». Rivendica: «Bisogna conciliare il tema dell’Europa con la difesa degli interessi nazionali, e l’Italia con l’attuale governo sta cercando di farlo nel migliore dei modi». Prima di chiedere ai giornalisti di allontanarsi, «ho già parlato, avete fatto le immagini, fatemi vedere mezza cosa», sostiene che non approfitterà della sua permanenza a Milano per andare a trovare Silvio Berlusconi al San Raffaele: «Lo sento, ma sono d’accordo con lui che oggi non sia il giorno adatto per una visita in ospedale».

Il video dell’intervento

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