Il piano Ue per l’immigrazione: più soldi a chi accoglie più migranti

L’ipotesi di definire una quota per ogni paese. Il principio dei 22 mila euro a persona

Il negoziato per il Patto per la migrazione dell’Unione Europea prevede più soldi a chi accoglie più migranti. In vista del Consiglio Affari Interni in calendario per il prossimo 8 giugno si lavora all’ipotesi di definire la capacità adeguata di ogni paese nell’ospitalità. Con relative procedure di frontiera d’identificazione. In tutto sarebbe espresso con una formula calcolata sulla base di dati oggettivi e condivisi. A questo meccanismo dinamico si affiancherebbe un tetto annuale. E i flussi d’ingresso e d’uscita da cui tenere conto. Il negoziato è fortemente voluto dall’Italia. Le quote serviranno a far scattare gli interventi di solidarietà obbligatoria da parte degli altri stati.


La solidarietà obbligatoria

La solidarietà obbligatoria servirà a rassicurare i paesi che sono più soggetti agli arrivi come l’Italia. Anche se sul punto c’è chi protesta, come la Polonia. Varsavia ha fatto sapere di non essere disposta ad accettare i ricollocamenti forzati dei migranti. La presidenza di turno della Commissione ha escluso l’ipotesi. Intanto però una bozza di mediazione proposta dalla presidenza – di cui l’agenzia di stampa Ansa ha preso visione – indica come necessario «raffinare ulteriormente l’equilibrio tra solidarietà e responsabilità». E di «tenere conto della particolare posizione geografica degli Stati membri di frontiera». Un chiaro riferimento al club dei Med5. Che da tempo chiedono attenzione sul tema degli sbarchi. Il testo d’altra parte esclude senza ombra di dubbio «l’obbligatorietà dei ricollocamenti». E prevede invece altre misure di solidarietà. Come i contributi finanziari e non meglio precisati altri interventi. L’obiettivo, infatti, è rendere obbligatorio il principio di solidarietà e non una misura a favore di un’altra.


Il principio dei 22 mila euro a persona

Pure qui però le cose potrebbero complicarsi. Il rappresentante permanente della Polonia presso l’Ue Andrzej Sadoś ha segnalato che Varsavia ha accolto finora un milione di rifugiati ucraini a fronte di 200 milioni di euro forniti dall’Ue per assisterli. E ha contato una media di 200 euro a rifugiato. La Ue prevede di addebitare 22 mila euro a persona ai Paesi che non sono disposti ad accettare migranti irregolari nell’ambito del meccanismo di solidarietà. Una sproporzione che nasconderebbe intenti punitivi. Insomma, anche sui soldi si rischiano potenziali punti di scontro. Ora si vorrebbe chiudere il mandato negoziale del Consiglio. Per avviare la discussione con Commissione e Parlamento entro luglio. Almeno sulla parte che riguarda la gestione dell’asilo e della migrazione. L’orizzonte è la fine della legislatura, nel 2024.

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