Neonata abbandonata fuori dall’ospedale, nuovo caso a Sesto San Giovanni. Il sindaco alla mamma: «Non avere paura: ti aiuteremo»

Si tratta del terzo caso registrato in Lombardia in tre mesi, dopo il caso di Enea a Milano e della bambina lasciata nella “Culla per la vita” a Bergamo

Dopo il caso di Enea e della neonata lasciata nella Culla per la vita a Bergamo, in Lombardia è emerso un terzo caso avvenuto lo scorso 24 maggio all’esterno del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. La vicenda è stata rivelata oggi 29 maggio dall’amministrazione comunale di Sesto, secondo cui la bambina è stata partorita in un contesto esterno all’ospedale e successivamente lasciata in una scatola di cartone in un vicolo interno all’Ospedale di Sesto, non lontano della sede del Pronto Soccorso. «La bambina è stata subito presa in carico dai medici ed infermieri dell’ospedale di Sesto che le hanno prestato le prime cure necessarie dopo le ore trascorse fuori dalla struttura in stato di abbandono, per poi disporne il trasferimento nella stessa giornata all’ospedale Niguarda, dove si trova attualmente e risulta in condizioni di salute stabili», si legge in una nota del Comune sestese.


L’appello del sindaco di Sesto alla madre: «Non abbia paura, non verranno lasciate sole»

La bambina, chiamata “Amelia” dal personale medico-infermieristico del Niguarda, è stata iscritta nei registri comunali di Sesto San Giovanni. Il primo cittadino del comune lombardo, Roberto Di Stefano, ha lanciato un appello alla madre della neonata, assicurando tutto il sostegno da parte dell’amministrazione comunale per prendersi cura della piccola e della madre stessa: «Faremo il possibile per assicurare che la bambina possa tornare dalla madre il nostro Comune ha predisposto una serie di progetti e misure di sostegno per dare supporto alle famiglie in difficoltà. Sul nostro territorio ci sono inoltre numerose realtà che lavorano per risolvere queste storie tristi. La madre della bambina non deve avere paura e riconoscere la figlia, noi saremo al suo fianco, non verrà lasciata sola». La madre della neonata, come previsto dalla legge, ha dieci giorni di tempo per riconoscerla. In caso contrario partiranno le pratiche per l’affido, come accaduto nel caso di Enea.


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