Milano, coppia gay ha un figlio ma il padre biologico muore: il Tribunale impone la trascrizione dell’atto di nascita con tutti e due i papà

Il piccolo rischiava di diventare orfano. Per non fargli perdere la sua famiglia l’altro padre riesce a diventare ufficialmente genitore del bambino

Cosa succede se un bambino, con due papà, perde il proprio padre biologico? La storia, a lieto fine, la racconta a Repubblica l’avvocato Michele Giarratano, legale del signor E., che l’anno scorso ha perso il marito M. a causa di un infarto e rischiava di vedersi strappare via anche il figlio di otto anni, nato nel 2015 in California. Il tribunale ha imposto la trascrizione dell’atto di nascita del bambino con anche dentro l’altro papà, quello non biologico, dopo una lotta legale. Tutto parte dalla mancata trascrizione da parte del comune italiano di residenza della coppia dell’atto di nascita del piccolo. Enrico (nome di fantasia) ha solo otto anni. Vive a Milano, ha due papà e quello biologico, lo scorso agosto, è morto improvvisamente. «In questo caso però tanto il Tribunale quanto la Prefettura hanno deciso di accogliere la nostra richiesta – spiega Giarratano – L’adozione per casi particolari non era infatti applicabile perché era venuto meno il padre biologico, che quindi non poteva evidentemente dare il consenso. Questo era l’unico modo per tutelare l’interesse del minore, che deve già convivere con la tragedia di aver perso un padre e si sarebbe visto costretto a fare i conti anche con il trauma di dover rinunciare all’altro». Paradossalmente, spiega E., «ho potuto ottenere il riconoscimento di padre del mio bambino solo grazie alla morte di mio marito. La tragedia ci ha dato un appiglio legale, visto che per la stepchild adoption serve il consenso del genitore biologico, nel nostro caso ormai impossibile da ottenere». L’avvocato Giarratano parla di «risultato molto soddisfacente», alla luce del fatto che solo un paio di mesi fa anche il Comune di Milano – tra quelli più all’avanguardia – «si è visto costretto a bloccare la registrazione all’anagrafe dei figli delle famiglie arcobaleno dopo lo stop imposto dalle prefetture».


La storia dei due papà e di Enrico, nato in California

Quando il bambino è stato registrato negli Usa, i due genitori hanno chiesto che sull’atto di nascita venisse indicato come padre single solo il padre biologico, per non avere problemi al rientro in Italia. Successivamente la coppia ha chiesto una rettifica alla Corte Suprema statunitense, con entrambi nomi dei coniugi, arrivata tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Qualche mese dopo la tragedia. «Mio marito – racconta E. a Repubblica – è mancato nell’estate dell’anno scorso. Lui stava rientrando da solo in auto a Milano per un impegno di lavoro al termine delle vacanze, mentre io e nostro figlio ci saremmo trattenuti ancora qualche giorno al mare. Ha avuto un infarto e se n’è andato all’improvviso. Non pensi mai che proprio la tua famiglia possa essere travolta da una tragedia simile, così quando ho ricevuto la telefonata dei carabinieri ho avuto un’istante di incredulità. Era davvero lui? Erano sicuri?». Il legale si è subito rivolto al Tribunale di Milano. E. è riuscito a diventare, nel giro di poco tempo e grazie anche all’appoggio dei suoceri, il tutore legale di suo figlio. A fine aprile è arrivato il decreto, ora definitivo: il Comune deve trascrivere l’atto con due papà. «Mio figlio mi ha subito detto: ‘Che bello, papi, non sei più clandestino’. Vedere scritto nero su bianco che è stato riconosciuto il mio ruolo nella vita del bambino è un incredibile sollievo – rimarca E. – Anche perché, visto il clima che si è creato in Italia, se devo pensare al futuro delle famiglie arcobaleno lo vedo peggiore, non migliore».


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