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Piero Chiambretti su Fazio: «È andato via lui, nessuna censura. Quando fui fatto fuori in Rai non feci il martire»

Il conduttore ricorda quando fu escluso dalla Tv di Stato e «nessuno scese in piazza o si indignò», spiegando quanto sia normale per un professionista cambiare azienda

Piero Chiambretti non vede tutto questo clima di censura e autoritarismo dietro gli addi di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, anzi in un’intervista di Andrea Malaguti per la Stampa il conduttore spiega: «La tv è da sempre una specie di Grand Hotel pieno di gente che va e gente che viene». In occasione del suo sessantasettesimo compleanno, Chiambretti dice di sentirsi una «persona serena e in pace col mondo, che riesce a guardare le cose con distacco e può dire liberamente quello che gli passa per la testa». Idem quindi per i casi che hanno scatenato tante polemiche in Rai, con l’inevitabile totonomi che accompagna le cronache quotidiane dopo il rinnovo dei vertici di viale Mazzini da parte del governo Meloni.

«Non è stato cacciato nessuno»

Sull’utilità di avere o meno una tessera di partito per lavorare in tv, Chiabretti guarda alla sua lunga carriera tra Rai e Mediaset: «Io faccio tv da decenni e anche negli anni d’oro di Rai3, di cui sono stato fondatore (e me ne vanto), la lottizzazione era codificata. Rai1 alla Dc, Rai2 ai socialisti, Rai3 alla sinistra. Sono giusto cambiati i colori». Tornando quindi all’addio di Fazio e al dibattito sul presunto impoverimento dell’offerta televisiva, Chiambretti aggiunge: «Tutto può essere. Ma, da quello che leggo, chi se n’è andato lo ha fatto per scelta. Non è stato cacciato nessuno. E nessuno è rimasto disoccupato. Mi sembra difficile parlare di censure». Piuttosto dice «vedo in giro ci sono agenti molto efficienti che riescono a garantire spazi confortevoli ai propri assistiti. Io, quando fui fatto fuori dalla Rai, rimasi fermo due anni. Nessuno si indignò o scese in piazza, ma non è che mi sentissi un martire. Piuttosto noto con dispiacere che in Italia gli ideali sono meno importanti degli interessi». Chi fu però a mandarlo via dalla Tv di Stato non lo ricorda: «Si disse Berlusconi, che poi però mi ha chiamato a Mediaset, dove sono in piena sintonia con Piersilvio. Sono lì da 12 anni, dopo averne fatti 15 in Rai».

Il futuro

Sul suo futuro, Chiambretti dice di sperare di restare a Mediaset, anche se chiarisce «non ho mai votato per il Cavaliere e neanche fatto una festa dell’Unità». Sulla prospettiva poi di finire anche lui a Discovery come Fazio, il conduttore non si nega: «Sono un professionista. Sono stato in tutte le reti. Non vedo perché no». Certo un ritorno in Rai non gli dispiacerebbe: «L’ho sempre detto che vorrei finire la mia carriere in Rai. Da bastian contrario, nel momento in cui tutti scappano io potrei tornare».

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