Roma, allarme eternit a due passi dal giardino di un asilo nido. «Non possiamo spostare quelle tettoie» – Il video

Si trovano in zona Tiburtino III e sono abbandonate in un area gestita dal dipartimento Patrimonio. Il presidente di municipio non può agire e non è chiaro chi le abbia portate fin lì

Sono comparse mentre i fiori spuntavano nell’unico tratto agibile del giardino della scuola primaria Fabio Filzi, zona Tiburtino III, periferia est di Roma. Alcune tettoie, che sembrano realizzate in eternit, sono state lasciate nel cortile dell’ex presidio umanitario della Croce Rossa, in via del Frantoio, struttura che combacia proprio con la scuola primaria e le sezioni ponte. Lo stabile, diventato rifugio di fortuna, è stato sgomberato l’ultima volta lo scorso ottobre. Da quel momento però, nonostante le finestre murate e il cancello chiuso con tanto di catena e lucchetto, qualcuno ha usato quel cortile come deposito di materiale vario, inclusi gli scarti edili. L’ultimo regalo, lasciato a due passi dalla aule dei più piccoli, alcune tettoie che, sospettano alcuni abitanti della zona, sarebbero realizzate in eternit. L’edificio, come da visura catastale in possesso di Open, risulta di proprietà del Comune di Roma. La gestione però – ci spiega Massimiliano Umberti, presidente del IV municipio – sarebbe direttamente a capo del Dipartimento patrimonio e politiche abitative. Umberti, contattato da Open, ci spiega che non può rimuovere quel materiale perché farebbe «un danno erariale». «Abbiamo avuto già delle interlocuzioni telefoniche con il Dipartimento» assicura, aggiungendo che, qualora si trattasse realmente di eternit, la procedura non è semplice e prevede anche l’intervento del Dipartimento ambiente del Campidoglio. Nelle prossime ore dovrebbe esser eseguita una bonifica dell’area. Intanto le tettoie, secondo le informazioni fornite a Open, sono state coperte da un telo.


Alcuni dei materiali tenuti nel caseggiato di via del Frantoio 44, in fondo al giardino le tettoie denunciate a Open

La storia di via del Frantoio 44: da centro per migranti ad occupazione abusiva

Il caseggiato di via del Frantoio 44 Ha una lunga storia alle spalle ed è spesso finito al centro di fatti di cronaca. Ex comando della Municipale, l’edificio è stato occupato e trasformato in centro di accoglienza dalla Cooperativa 29 Giugno, a cui faceva capo Salvatore Buzzi. Dal 2015 divenne centro SPRAR, gestito dalla Croce Rossa, arrivando ad ospitare nel 2017 persone fragili e senza dimora inviate tramite la Sala Operativa Sociale. Ed è proprio in quell’anno che via del Frantoio 44 finisce al centro della stampa nazionale. Una residente si inventa un presunto lancio di pietre contro il nipote 12enne da parte di alcuni migranti ospiti del centro e afferma di essere stata sequestrata e picchiata all’interno della struttura. La denuncia, alimentata da attivisti di estrema destra, scatena una rivolta del quartiere che finisce con il ferimento di un ex-ospite del centro, Yacob Misgn. Come ricostruisce Dinamopress la tensione scatenatasi tra parte dei residenti e lo SPRAR diventa la tempesta perfetta. Il 30 giugno 2018 scade la convenzione e l’edificio, senza più nessuno al comando, diventa rifugio per occupanti che diventano di fatto abusivi. La giunta Raggi prova nel 2019 a lanciare un bando per il recupero dell’immobile. Niente da fare, seguiranno diversi sgomberi nel 2020, nel 2021 e l’ultimo, in ordine di tempistica, nel 2022. Ora il silenzio regna nella struttura. Finestre murate, doppio cancello, di cui quello esterno chiuso rigorosamente con lucchetto. Per terra detriti, sacchi edili e ora quelle tettoie che preoccupano non poco gli abitanti della zona. Come siano finite lì resta ancora un mistero.


Le immagini, girate da Open, che mostrano le tettoie abbandonate nel piazzale davanti allo stabile:

Leggi anche: