La lite, il coltello, il tentativo di bruciare il corpo: così Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia Tramontano

Ha nascosto il cadavere nell’intercapedine di un locale box. Lo ha portato con l’auto

Il barman Alessandro Impagnatiello ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano a coltellate dopo una lite sabato sera a casa sua a Senago. Poi ha tentato di bruciare il suo corpo senza riuscirci. Infine ha trasportato il cadavere a 500 metri da casa sua e lo ha nascosto in un’intercapedine di un locale box. Le coltellate sarebbero state due. Questa la confessione del 30enne ai carabinieri che risale a ieri notte. È stato Impagnatiello ad indicare ai militari dove si trovavano i resti di Giulia. «L’ho uccisa io», ha detto alla pm Alessia Menegazzo. Gli investigatori hanno trovato ieri con il Luminol tracce di sangue sul Suv T-Roc Volkswagen bianco di proprietà del barman. Secondo questa ricostruzione Impagnatiello ha trasportato il cadavere di Tramontano per 500 metri prima di nasconderla in via Monte Rosa. Ora è a San Vittore. Impagnatiello avrebbe mandato anche un messaggio alla collega americana per dirle che adesso era «libero».


La dinamica

Impagnatiello ha detto ieri notte agli inquirenti che il cadavere si trovava in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina nella via. Che dista pochi passi da via Agostino Novella, dove la donna incinta al settimo mese sarebbe morta dopo l’accoltellamento. Per questo, oltre che per omicidio, è indagato per occultamento di cadavere e aborto procurato. Secondo le ricostruzioni di queste ore Impagnatiello ha provato a bruciare il corpo di Tramontano nella vasca da bagno, utilizzando dell’alcol etilico. Poi, non riuscendoci, il 30enne si sarebbe spostato nel box di famiglia. Dove avrebbe provato nuovamente a dar fuoco al corpo utilizzando una tanica di benzina. I dettagli dovranno trovare riscontri nelle indagini. Nell’auto di Impagnatiello c’era ancora l’odore del carburante utilizzato.


Il sequestro

Ieri sera il suo appartamento era stato posto sotto sequestro. Lui si era presentato per ritirare qualche effetto personale prima dei sigilli. Nell’appartamento sono state ritrovate altre tracce di sangue. Grazie agli indizi ormai gli inquirenti erano pronti a fornire una ricostruzione di come era morta Giulia Tramontano. La confessione è arrivata quando ormai per lui era impossibile negare. A suo carico anche la circostanza dell’indirizzo dove Tramontano si sarebbe spostata dopo essere andata via da casa sua. Risultato falso.

Il cadavere nell’intercapedine

In via Monte Rosa c’è anche un parco verde che si chiama Giardino della Pace. Il parco si raggiunge dall’entrata di via Cavour. Secondo le indagini Impagnatiello ha ucciso Tramontano dopo che lei ha scoperto un’altra relazione del barman. Che era stata intrecciata con una cittadina americana anche lei dipendente del bar milanese. La ragazza sarebbe rimasta incinta proprio di lui e avrebbe successivamente abortito. Poi, visto che sospettava la doppia vita del collega, è riuscita sabato scorso a mettersi in contatto con Giulia, alla quale ha raccontato tutto. Sabato la ragazza ha avvertito i genitori di quello che stava accadendo e dal suo telefono sono partiti anche messaggi Whatsapp verso un’amica. Ma gli inquirenti sospettano che alle 21,30, quando sono partiti, Giulia fosse già morta. A rispondere era Alessandro Impagnatiello.

L’ultima immagine

In questi minuti gli inquirenti dispongono il fermo di polizia per il 30enne. Che andrà in carcere. Poi la procura si presenterà davanti al Gip per la richiesta di convalida e quella di custodia cautelare in carcere. A Impagnatiello è contestato l’omicidio volontario aggravato. Il barman ha detto agli investigatori che ha fatto tutto da solo. Si sospettava la presenza di un complice. Il corpo non era completamente carbonizzato all’atto del rinvenimento. L’ultima immagine di una telecamera di sorveglianza ha ripreso la giovane davanti a casa verso le 19 di sabato, quando probabilmente stava rientrando nell’abitazione. Poi sarebbe avvenuta la lite terminata con l’omicidio a coltellate.

Il motivo della confessione

L’agenzia di stampa Agi scrive che Impagnatiello è crollato e ha confessato quando ha visto gli specialisti del Ris che analizzavano le scale condominiali. Quando è tornato nella casa sotto sequestro per prendere gli effetti personali ha visto le analisi sulle scale e sulle altre parti comuni della palazzina in via Agostino Novella. E ha capito che presto gli investigatori sarebbero arrivati alla verità. Per questo ha deciso di parlare. Precisando di non aver avuto complici.

Il messaggio alla collega americana: «Ora sono libero»

L’agenzia di stampa AdnKronos rivela dopo aver ucciso Giulia Tramontano nella loro casa di Senago tra le 19 e le 20 di sabato sera Alessandro Impagniatiello ha cercato di contattare anche la collega americana con cui la 29enne incinta di 7 mesi si era incontrata nel pomeriggio. «Se n’è andata, adesso sono libero», avrebbe detto all’amante. Alla quale avrebbe anche iurando che il figlio che Giulia portava in grembo non fosse suo. La collega, però, spaventata, ha preferito non incontrare Impagniatiello, proponendogli solo un confronto a distanza «da due finestre».

I fiori e la dedica «per Giulia e Thiago»

I familiari di Giulia Tramontano, tra cui il fratello Mario, si sono recati stamani in via Monte Rosa per lasciare dei fiori . Accanto a un peluche di Tigro e ai vari bouquet portati da amici e conoscenti, spicca quello della famiglia, composto di fiori rosa e bianchi. «Per sempre nei nostri cuori – si legge sul bigliettino -, mamma, papà, Chiara, Mario». In alto a destra c’è scritto «per Giulia e Thiago». Probabilmente è il nome che la donna aveva scelto per il bimbo che portava in grembo.

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