È il 77esimo anniversario della fondazione della Repubblica italiana. La celebrazione principale, come ogni 2 giugno – giorno in cui, nel 1946, si svolse il referendum sulla forma istituzionale dello Stato -, si tiene a Roma. Vi partecipano tutte le più alte cariche dello Stato, della Regione e della città capitolina. Si parte intorno alle 9, con la deposizione della corona al Sacello del milite ignoto, sepolto presso l’Altare della Patria. A presenziare al rito, tra gli altri, il presidente Sergio Mattarella, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i presidenti delle Camere. Le autorità sono state accolte dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Prima, il picchetto interforze ha tributato gli onori militari al capo dello Stato, salutato da un applauso della folla, e la banda ha eseguito l’Inno di Mameli. Dopo che Mattarella ha deposto la corona di alloro e l’esecuzione del silenzio, le Frecce tricolori hanno attraversato il cielo sopra l’Altare della Patria. Quindi le autorità si sono spostate verso il palco presidenziale, in via dei Fori Imperiali: è qui che si tiene la tradizionale parata militare del 2 giugno. Hanno atteso l’arrivo di Mattarella, che si è spostato a bordo della Lancia Flaminia presidenziale insieme al ministro Crosetto. Il presidente ha passato in rassegna i reparti schierati e ha ricevuto gli onori.
Il messaggio di auguri dagli Stati Uniti
Antony John Blinken, segretario di Stato degli Stati Uniti, ha inviato un messaggio di auguri all’Italia: «Siamo grati per l’impegno dell’Italia a sostegno dei valori transatlantici ed europei, compreso il forte sostegno all’Ucraina, alla libertà del suo popolo e sovranità di fronte all’aggressione russa. Ricordando che i nostri due Paesi condividono una profonda e duratura amicizia fondata sugli obiettivi comuni di pace, prosperità e rispetto dei diritti umani nel mondo, ringrazio l’Italia per il suo ruolo cruciale nel promuovere sicurezza e stabilità nella regione del Mediterraneo ed oltre, come alleato Nato e partner nell’affrontare le sfide globali. Blinken ha anche rimarcato come il legame tra Italia e Stati Uniti sia «incarnato dai 18 milioni di americani di origine italiana, che arricchiscono la nostra cultura e le nostre comunità». Il segretario di Stato ha concluso il suo messaggio in lingua italiana: «Viva l’Italia».
Il botta e risposta Zelensky-Meloni
Intanto, dall’Ucraina, Volodymyr Zelensky ha pubblicato un tweet di auguri per la celebrazione del 2 giugno: «Congratulazioni a Giorgia Meloni e al popolo italiano per la Festa della Repubblica italiana. Apprezziamo la solidarietà e il pieno supporto dell’Italia nella difesa della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina. Oggi l’Ucraina lotta per i valori europei di democrazia e libertà, che condividiamo con il popolo italiano». Un messaggio che ha colto subito una replica della leader di Fratelli d’Italia. Arrivando verso la tribuna ai Fori Imperiali, Meloni è stata accolta da un lungo applauso. Ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti: «Niente che si chiami pace può essere scambiata per invasione. Non si può non considerare che c’è un Paese aggredito e uno che ha aggredito. Non si può non partire da questo presupposto». Dopo una pausa caffè con Ignazio La Russa, la presidente del Consiglio ha preso posto in tribuna: anche in questa occasione le è stato tributato un applauso. Sempre rispondendo ai giornalisti, ha voluto chiarire il senso dell’espressione usata in campagna elettorale in Sicilia, quando aveva parlato di «pizzo di Stato» in relazione alle tasse. «Io ho detto che quando lo Stato invece di fare imposizione fiscale fa caccia al gettito, cioè si quota all’inizio dell’anno quanto si prevede di fare con la lotta all’evasione fiscale, dopo di che si devono fare quegli importi a tutti i costi altrimenti non si coprono i provvedimenti, si fanno cose bizzarre e secondo me non è giusto».
Il messaggio di Mattarella al capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone
«Celebriamo oggi il 77esimo anniversario della nascita della Repubblica. I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita, continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità sono pilastri fondamentali della nostra Carta costituzionale. Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo. La comunanza di intenti e la sinergia che esprimono con i contingenti di altri Paesi, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale sono elementi cruciali per la costruzione di una architettura di sicurezza condivisa, fondamento di stabilità sociale e benessere collettivo. L’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze armate. I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono, sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune. Ad oltre un anno di distanza, la Repubblica Italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione Russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi. Nel ricordo di quanti hanno donato la vita per difendere e diffondere questi valori, rivolgo il mio pensiero a tutti i caduti e alle loro famiglie. Il loro esempio ci è di guida e sollecita l’impegno per le giovani generazioni di soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, per preservare e rafforzare per il futuro, nell’assolvimento del compito cui vengono chiamati dalle libere istituzioni, le condizioni di pace e benessere che abbiamo costruito. In questo giorno di festa formulo a tutti gli appartenenti alle Forze Armate di ogni ordine e grado, con sentimenti di gratitudine per il servizio svolto, il più fervido augurio. Viva le Forze armate, viva la Repubblica».
Il messaggio di Mattarella per gli italiani all’estero
Poco prima dell’avvio delle celebrazioni, su Rai Italia, la tv dedicata ai cittadini all’estero, il presidente della Repubblica ha rivolto loro un messaggio: «Un saluto ai connazionali che lavorano, studiano e vivono all’estero. Ai cittadini di altri Stati, che hanno origine italiana, e che amano le radici della propria storia familiare. A tutte le persone che, fuori dai nostri confini, amano, e apprezzano, il nostro Paese», ha esordito. «Care italiane, cari italiani all’estero, la Repubblica, si sviluppa e progredisce, chiamando a raccolta le, proprie, energie di grande qualità. Per voi, dà testimonianza il vostro vissuto. La vostra intelligenza, la vostra esperienza, la vostra capacità di creare reti e canali di comunicazione, di essere ponti e testimoni dei valori della peculiarità italiana, a confronto costruttivo con le esperienze e le peculiarità di altri. La Repubblica siete anche voi!». Mattarella ha sottolineato che la storia dei migranti italiani è «una storia di privazioni, tribolazioni e, comunque, di riscatto e di successo». E ha concluso il videomessaggio con un auspicio: «Oggi, lavorare all’estero, non dovrebbe pià rappresentare, per nessuno, una scelta obbligata. Bensì un’opportunità, specialmente per i giovani. È responsabilità della Repubblica far sì che si tratti di libera scelta. Il bagaglio di esperienze, umane e professionali, maturato in altre realtà, in altri Paesi, valorizza i talenti che vanno all’estero. Talenti, preziosi e apprezzati, consapevoli di come l’incontro, il confronto, il dialogo tra culture, la circolazione di idee e di concezioni diverse, sia lievito per l’avanzamento in tutti i campi. Si tratta di passare dalla “fuga dei cervelli” alla circolazione dei talenti, alimentando un circuito, virtuoso, di capacità e di competenze».
Leggi anche: