Caso Bibbiano, lo psicoterapeuta Claudio Foti assolto in appello: «Dopo anni di gogna, ha vinto la giustizia»

Il fondatore dello studio di cura Hansel & Gretel era uno dei principali indagati per l’inchiesta “Angeli e Demoni”

La corte d’appello di Bologna ribalta la sentenza per Claudio Foti, lo psicoterapeuta coinvolto nell’inchiesta “Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti nella Val d’Enza Reggiana, passata alla cronaca come il Caso Bibbiano. In primo grado Foti era stato condannato a quattro anni, ma oggi la corte d’appello lo ha assolto da tutte le accuse con diverse motivazioni: per quanto riguarda il reato di abuso d’ufficio «per non aver commesso il fatto», mentre per il reato di lesioni dolose gravi «perché il fatto non sussiste». Confermata anche l’assoluzione dall’accusa di frode processuale. Foti, fondatore dello studio di cura Hansel & Gretel e uno dei principali indagati per l’inchiesta su Bibbiano, ha accolto la notizia commuovendosi in aula. «Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto, si è incrinato il teorema accusatorio», ha commentato lo psicoterapeuta. Mentre secondo il suo avvocato Luca Bauccio, «Foti è stato riscattato di quattro anni di umiliazione e persecuzioni come uomo e come psicoterapeuta».


La procuratrice generale reggente di Bologna, Lucia Musti, ha annunciato che leggerà le motivazioni della sentenza e solo allora «valuterà se sussistono spazi per un ricorso in Cassazione». L’11 novembre 2021, giorno in cui è stato condannato in primo grado dal tribunale di Reggio Emilia, Foti si era dichiarato innocente e si era rivolto così ai giornalisti presenti: «Rifarei tutto ciò che ho fatto». Quello stesso giorno, in un video pubblicato da Open, lo psicoterapeuta aveva aggiunto: «Oggi è stata criminalizzata, con una sentenza ingiusta, una posizione culturale degli psicoterapeuti e dei clinici che si occupano di adulti e bambini traumatizzati. Una posizione culturale è stata mandata alla sbarra».


Credits foto: ANSA/Stefano Rossi | Claudio Foti fuori dal tribunale di Reggio Emilia (11 novembre 2021)

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