Il ritorno col botto di Vasco: «L’Italia non conta nulla, da Meloni a sinistra raccontano solo favole. Di politico ne salvo solo uno…»
Sferzante, dissacrante, controcorrente come sempre. Superata quota 71 lo scorso febbraio, Vasco Rossi si prepara a calcare di nuovo il prato verde degli stadi. A cominciare, dopo la tappa di Rimini, da quello di Bologna, dove torna dopo otto anni per un inedito poker di concerti. Il rocker emiliano scalda i motori e si fa precedere da una serie di dichiarazioni al veleno contro chi ha in mano i destini del Paese. Sulla falsariga delle canzoni con cui promette di infiammare da questa sera il Dall’Ara. «Oggi nell’aria c’è una narrazione piuttosto edulcorata di quelli che vogliono raccontare che va tutto bene, perché in realtà si pensa solo al consenso», sostiene Vasco pensando al messaggio di Dillo alla Luna. – «I politici dovrebbero occuparsi di risolvere i problemi veri, ma io sento solo favole, favole, favole». A chi pensa, esattamente, il rocker di Zocca? Pressoché a tutti, chiarisce con T’immagini: «Meloni, Berlusconi, Salvini sono favole. Ma anche i comunisti e i 5 stelle sono favole. Boccio quasi tutti. Si salva solo Pannella, che non c’è più». A che si deve tanta indignazione contro la classe dirigente? Spiega Vasco che «i politici non fanno gli interessi di questo Paese, ma i loro interessi personali. Adesso c’è una narrazione di grandeur dell’Italia che non è vera. L’Italia non conta niente nel mondo. È una grazia se siamo in Europa». Giudizi troppo severi? Forse. Ma d’altra parte, ricorda l’icona di milioni di fan, «io sono un provocatore. È questo il ruolo dell’artista: provocare le coscienze per mantenerle sveglie». Più che svegli, in delirio, si prevede saranno di sicuro quota sera i 40mila di Bologna pronti a cantare sulle note di Vasco.
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